(Rinnovabili.it) – Questo decennio sarà cruciale per la transizione energetica. Per assicurarci una buona probabilità di contenere la temperatura globale entro gli 1,5°C e schivare l’impatto peggiore della crisi climatica, è nei prossimi 8 anni che bisogna concentrare buona parte degli sforzi per la decarbonizzazione. Ogni azione, quindi, ha un suo peso. Incluse le scelte delle aziende e dei cittadini. A cosa dare priorità? Quali sono gli ambiti su cui le aziende devono investire di più per migliorare il profilo di sostenibilità? Per ottenere che cosa?
Sono alcune delle domande che hanno innervato l’Innovation Summit World Tour, inaugurato da Schneider Electric il 12 ottobre e dedicato alle tecnologie per la transizione energetica. Per capire come affrontare le sfide dei prossimi anni, Rinnovabili.it ha raggiunto Gwenaelle Avice-Huet, Chief Strategy & Sustainability Officer di Schneider Electric e membro dell’Executive Committee della società leader nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione.
“Il lato della domanda è metà della soluzione”, ha affermato il CEO Tricoire nel suo discorso di apertura dell’Innovation Summit World Tour. Eppure, oggi in Europa ci troviamo di fronte a tagli obbligatori dei consumi energetici, mentre i governi sono chiamati a prendere decisioni molto impopolari. La transizione energetica e la sostenibilità sono sempre più associate a concetti di sacrificio, incertezza e riduzione della qualità della vita. Qual è il suo messaggio in merito?
Non si tratta di un compromesso tra qualità della vita e sostenibilità. In effetti il lato della domanda della transizione energetica gioca un ruolo importante nella decarbonizzazione, ma non si tratta di consumare meno, bensì di utilizzare l’energia in modo più efficiente. Le soluzioni già disponibili oggi aumenteranno l’efficienza dell’uso dell’energia senza sacrificare il comfort o la qualità della vita.
E non dimentichiamo che non è solo il lato della domanda, anche la transizione verso le energie rinnovabili fa parte della soluzione. L’Istituto di ricerca sulla sostenibilità Schneider ha recentemente calcolato che il 20% del fabbisogno energetico europeo potrebbe essere alimentato da pannelli solari sui tetti esistenti. Dall’altra parte del mondo, l’Australia è un ottimo esempio di paese con una forte dipendenza dai combustibili fossili che si sta muovendo verso l’energia solare e l’energia decarbonizzata. Il 30% delle case è dotato di pannelli solari, con un ritorno d’investimento stimato da 3 a 5 anni. Alimentare le nostre vite con l’energia solare significa ridurre le emissioni e migliorare la sicurezza energetica, pur continuando a fornire il livello di energia necessario per le nostre vite.
Ha citato soluzioni tecnologiche già disponibili. Quanto “pesano”?
L’energia è una leva enorme nella lotta al cambiamento climatico. I nostri team di ricerca sulla sostenibilità stimano che con le tecnologie già disponibili oggi possiamo risparmiare 10 Gt (miliardi di tonnellate) di CO2 all’anno, pari a circa un terzo delle emissioni globali di CO2 nel 2021. Queste tecnologie possono essere impiegate nei trasporti, nelle industrie e negli edifici, garantendo la sostenibilità senza sacrificare il rendimento o il comfort degli utenti.
Ci può fare un esempio?
Certo. L’Università di Notre Dame è una delle organizzazioni leader nel campo dell’efficienza energetica degli edifici. L’università ha recentemente modernizzato gli impianti dei suoi edifici. Grazie alle soluzioni Schneider EcoStruxure Building, è stata in grado di rilevare gli sprechi energetici nascosti attraverso l’analisi dei dati e di ridurre il consumo energetico del 20% grazie a una maggiore efficienza e a un migliore utilizzo dell’energia.
Con le soluzioni EcoStruxure, Schneider Electric ha anche aiutato il leader dei servizi immobiliari JLL a creare il Future of Workspace per la sua nuova sede APAC [Asia Pacific, ndr] iper-efficiente e incentrata sulle persone. Se da un lato abbiamo osservato un miglioramento della soddisfazione dei dipendenti per quanto riguarda le misure di salute e sicurezza, la qualità dell’aria, la qualità della luce e la temperatura dopo la riprogettazione, dall’altro l’ufficio è stato in grado di ottenere una riduzione del 30% del consumo energetico e dei costi operativi.
“Oggi gli obiettivi a lungo termine sono allineati con quelli a breve termine”, è stato detto durante l’Innovation Summit World Tour. Nell’ambito della digitalizzazione e dell’elettrificazione, quali sono le azioni chiave da intraprendere nel breve termine se non vogliamo sprecare l’attuale finestra di opportunità?
Puntare agli 1,5°C non è una questione di destinazione, ma di velocità. Dobbiamo agire tre volte più velocemente e con tre volte più azioni. I prossimi 10 anni sono i più importanti. Tutti noi dobbiamo fare di più, ecco perché fissare obiettivi basati sulla scienza è fondamentale per il breve termine.
Gli obiettivi basati sulla scienza mostrano alle aziende quanto e quanto velocemente devono ridurre le loro emissioni di gas serra per prevenire i peggiori effetti del cambiamento climatico. Convalidando gli impegni corporate verso net zero con la Science-based targets initiative (SBTi), si garantisce che siano in linea con gli 1,5°C. Schneider Electric ha fissato per la 1° volta obiettivi basati sulla scienza nel 2019 e sono stati approvati dall’SBTi. Il mese scorso è stato convalidato l’aggiornamento fatto a ottobre 2021.
Questi target però si basano su buone strategie di decarbonizzazione.
Sì. Le aziende che scelgono di integrare le trasformazioni digitali e sostenibili nelle loro operazioni e catene del valore hanno 2,5 volte più probabilità di essere tra le aziende più performanti di domani rispetto a quelle che non lo fanno.
Schneider Electric supporta le aziende in questo processo. Ad esempio, stiamo collaborando con un gruppo di 10 aziende farmaceutiche leader per lanciare il programma Energize, un’iniziativa unica nel suo genere, progettata per fornire ai fornitori informazioni sugli acquisti di energia rinnovabile e offrire l’opportunità di partecipare a un approccio aggregato per l’acquisto di energia rinnovabile, sotto forma di certificati EAC o di contratti PPA.
L’azione e il partenariato pubblico e privato sono fondamentali per il successo, solo un’azione collettiva può accelerare il progresso. Sebbene oggi esistano soluzioni, ovvero più elettrificazione, più digitale e più rinnovabili, il tasso di adozione non è abbastanza veloce. Questo accade, ad esempio, anche nella decarbonizzazione degli edifici, da cui dipende circa il 30% delle emissioni totali di CO2.
Quali sono le priorità per la decarbonizzazione in questo settore?
Primo, rendere l’elettrificazione del riscaldamento più conveniente dal punto di vista economico e a minore intensità di carbonio attraverso il solare onsite. Questa combinazione offre una notevole flessibilità nella gestione del carico elettrico e nel supporto all’infrastruttura di rete.
Entro il 2030, il nostro Istituto di ricerca sulla sostenibilità stima che il 60-70% delle emissioni di CO2 potrebbe essere abbattuto con interventi di retrofit e nuove costruzioni per gli edifici di servizio. L’investimento in tecnologie di decarbonizzazione genera un risparmio di circa il 15-50% sulla spesa energetica annuale, con ritorni di investimento inferiori a dieci anni per i retrofit e un costo aggiuntivo per le nuove costruzioni inferiore al 4%.
Il campus Intencity di Schneider in Francia, ad esempio, è un ottimo esempio per mostrare come implementiamo le soluzioni per raggiungere lo zero netto. Consuma quasi dieci volte meno energia rispetto alla media dei complessi di uffici europei equivalenti.
Seconda priorità, lato burocrazia. L’adozione di regolamenti e disposizioni può ridurre gli ostacoli all’adozione di soluzioni e approcci moderni per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio. In particolare, è necessaria l’adozione di provvedimenti mirati agli edifici adibiti ad uso commerciale, che sono quelli che hanno le maggiori motivazioni economiche per farlo. Oltre a questo, servono politiche che facilitino la transizione degli asset di classe inferiore fino a quando questo passaggio non diventerà economicamente conveniente anche su larga scala.
In collaborazione con Schneider Electric