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L’impegno di Big Oil nella transizione energetica? Molto nella comunicazione, poco negli investimenti

Transizione energetica: così Big Oil esagera gli impegni green
Photo by Amauri Mejía on Unsplash

Solo il 12% delle spese in conto capitale delle 5 major più grandi va in progetti low-carbon

(Rinnovabili.it) – Spendono 750 milioni di dollari ogni anno in propaganda verde, ma investono solo il 12% del loro capitale in energie low-carbon (gas incluso). Le 5 supermajor dell’oil&gas – BP, Chevron, ExxonMobil, Shell e TotalEnergies – promuovono le loro attività clima-neutrali e a favore dell’ambiente nel 60% della comunicazione totale, ma nella pratica sono molto restie ad accelerare la transizione energetica. Lo sostiene un dossier di InfluenceMap, un think tank specializzato negli aspetti finanziari delle politiche sul clima.

Numeri che mettono in evidenza una strategia “sistematica” per presentarsi come “proattivi” rispetto alla crisi climatica. Mentre la realtà è diversa. “Ciò risulta incoerente con i piani di investimento in capitale delle aziende. Inoltre, non è in linea con le attività di impegno politico delle aziende e delle loro associazioni di categoria in materia di cambiamenti climatici”, spiega il dossier.

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Queste 5 major delle fossili si dipingono per quello che non sono. Dei 3421 materiali di comunicazione analizzati dal think tank, tutti risalenti al 2021, ben 6 su 10 promuovevano almeno un’azione green della compagnia, mentre solo il 23% era concentrato su petrolio e gas. I materiali che evidenziano il sostegno o il coinvolgimento delle aziende negli sforzi per la transizione energetica sono di gran lunga la tipologia più diffusa.

Eppure, rileva il dossier, nessuna di queste aziende ha nemmeno allineato le proprie attività di impegno per le politiche climatiche con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Anzi, le 5 major sostengono una fitta rete globale di associazioni di settore a livello mondiale, molto attive nella loro opposizione alle politiche climatiche allineate a Parigi.

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Il rapporto “fa luce sulla sconcertante quantità di disinformazione diffusa da alcuni dei maggiori inquinatori del mondo”, commenta la parlamentare dei Verdi europei Gwendoline Delbos-Corfield. “Questo rapporto mostra fino a che punto le compagnie petrolifere e del gas sono disposte a spingersi per ingannare i cittadini e proteggere i propri interessi”.

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