Nell’Energy Outlook 2023, la major dell’oil&gas dà una sforbiciata alle stime sulla domanda di energia e sulle emissioni globali. Al 2030 il calo è del 3,7% (1,3 GtCO2e), al 2040 del 6,4% (2 GtCO2e), a metà secolo del 9,3% (2,6 GtCO2)
Nello scenario di transizione energetica meno ambizioso la domanda di gas cala solo dal 2050
(Rinnovabili.it) – La guerra in Ucraina sta aiutando la transizione energetica: più attenzione alla sicurezza energetica si traduce in maggiore impulso alle rinnovabili. Ma il petrolio resterà centrale ancora per 15-20 anni. Mentre il ruolo del gas dipenderà molto dalla velocità della transizione. Dove l’aumento della domanda nelle economie emergenti viene “compensata dalla transizione verso fonti energetiche a più basso contenuto di carbonio, guidata dai paesi sviluppati”.
Il picco di emissioni entro il 2030
Lo sostiene la BP nel suo Energy Outlook 2023. Secondo la major petrolifera, l’avventura di Putin in Ucraina non è destinata a causare solo uno shock passeggero. Farà invece sentire la sua impronta a lungo sul panorama energetico globale. Ma in senso positivo per la transizione energetica. L’impatto previsto da BP comporta una revisione al ribasso del 3% nella crescita del pil globale al 2030 rispetto alle stime di 1 anno fa. Con una conseguente flessione verso il basso della curva della domanda globale di energia. Costi del cibo, dell’energia e contrazione degli scambi commerciali sono i tre fattori principali. Riviste di conseguenza al ribasso anche le stime per le emissioni globali. Al 2030 la sforbiciata è del 3,7% (1,3 GtCO2e), al 2040 del 6,4% (2 GtCO2e), a metà secolo del 9,3% (2,6 GtCO2).
Con una domanda di greggio che scende del 5% entro il 2035 (la produzione resterebbe sui 70-80 mln barili/giorno) e, per la stessa data, una flessione in quella del gas del 6%. Gas che invece non cala prima di metà secolo, dopo essere cresciuto in modo importante, nello scenario di transizione energetica New Momentum analizzato da BP, cioè il meno ambizioso. Al 2030, peraltro, il consumo globale di gas salirebbe ancora, anche se di poco, prima di iniziare una ripida discesa fino al 2050. Nel complesso, quindi, la riduzione di gas serra entro metà secolo rispetto ai valori del 2019 sarà del 30% e si conferma in questo decennio il picco.
Transizione energetica ed efficienza
La domanda finale di energia calerà del 15-30% entro il 2050. La forchetta così ampia è data soprattutto dal ritmo di miglioramento dell’efficienza energetica. “I guadagni nell’efficienza energetica globale”, scrive la BP, “sono molto più rapidi rispetto agli ultimi 20 anni in tutti e tre gli scenari, in particolare in quello Accelerato e in quello Net-Zero”, cioè i due scenari che coincidono con i percorsi Ipcc per tenere la temperatura globale sotto i 2°C. “Ciò riflette una serie di fattori, tra cui: il crescente utilizzo dell’elettricità nel punto di utilizzo finale, l’uso più efficiente dei materiali attraverso un maggiore riciclo e riutilizzo, e una maggiore attenzione alla conservazione dell’energia, data dall’accresciuta attenzione alla sicurezza energetica”, sottolinea l’Outlook.