2/3 degli indicatori migliorano, molti solo in modo limitato
L’UE deve raddoppiare gli investimenti climatici e fare inversione di marcia sulle rimozioni di carbonio. In questi ambiti, la transizione ecologica dell’Europa va nella direzione sbagliata. Mentre i progressi sono “ben troppo lenti” su agricoltura, edifici, industria, mobilità e stili di vita. Va meglio invece sul fronte della governance per la transizione, e la traiettoria è quella giusta per quanto riguarda tecnologie pulite e elettricità.
Transizione ecologica dell’Europa, le pagelle di ECNO
È una valutazione con più ombre che luci quella che emerge dal rapporto di ECNO sul percorso europeo verso l’obiettivo emissioni zero al 2050. L’European Climate Neutrality Observatory – un’iniziativa indipendente che monitora i progressi della transizione ecologica dell’Europa da metà 2023 – parla di “segnali promettenti di progresso” in alcuni degli indicatori nel percorso dell’UE verso la neutralità climatica, sia negli indicatori di riferimento che nelle politiche adottate.
Ma il ritmo della transizione “deve accelerare” perché oggi i progressi “sono nel complesso ancora troppo lenti”. Dei 13 indicatori, 10 sono migliorati – alcuni in modo estremamente limitato – mentre per 3 si registrano passi indietro.
Vediamo in dettaglio la valutazione di ECNO (scarica qui il rapporto completo in inglese).
Governance
L’UE e i Ventisette si confermano, anche nell’ultimo anno, particolarmente attenti a dotarsi di strutture, procedure e meccanismi a vari livelli in grado di supportare la transizione ecologica dell’Europa. Punti più che positivi sono l’adozione di leggi sul clima e la creazione di organi consultivi scientifici con compiti di indirizzo, così come la pianificazione strategica su questioni climatiche che innerva sempre di più ogni altro ambito di policy.
Restano però delle carenze, sottolinea il rapporto. Tra cui:
- l’inadeguato adempimento dei requisiti di pianificazione e rendicontazione dell’UE, sia in termini di sostanza che di tempestività
- strategie a lungo termine sottoutilizzate e non sviluppate
- limiti nell’adozione di solidi strumenti di monitoraggio dei progressi
- mancanza di trasparenza sull’efficacia della partecipazione alla definizione delle politiche climatiche
Clean tech e elettricità
Quadro più che positivo anche sul fronte delle tecnologie pulite. I finanziamenti pubblici per ricerca e sviluppo stanno prendendo piede, mentre le politiche approvate nell’ultimo anno stanno rendendo le supply chain più resilienti (con il Green Deal Industrial Plan, il Net Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act).
Sulla decarbonizzazione del mix elettrico il ritmo tenuto dall’UE è ancora troppo lento ma ci sono diversi segnali promettenti. Tra cui il tasso di crescita delle rinnovabili, che “potrebbe presto iniziare a svilupparsi alla giusta velocità”, e la traiettoria dei crediti di carbonio dell’ETS che punta a zero entro il 2040.
Tra le criticità, il rapporto segnala:
- il calo delle emissioni da generazione elettrica, che deve correre 1,2 volte più veloce
- la riduzione della quota di fossili nel mix energetico, oggi al -2,2% annuo, che deve andare 1,8 volte più veloce
- la crescita delle rinnovabili elettriche, che deve accelerare di 1,4 volte
- l’incremento della capacità di stoccaggio elettrico (serve correre 2,5 volte più veloce)
- e la quota di elettricità nei consumi finali di energia, dove l’UE deve accelerare di 56 volte rispetto ai ritmi attuali
Industria e agricoltura
L’Europa inizia a inciampare sulla via della transizione quando si arriva al capitolo industria e agricoltura. In entrambi gli ambiti Bruxelles è fuori traiettoria, anche se ci sono dei miglioramenti rispetto all’anno scorso. Le emissioni industriali calano più rapidamente e l’efficienza energetica sta prendendo piede. Sull’agricoltura la bocciatura è più netta. Bene sul taglio dei fertilizzanti chimici, male invece su tutti gli altri fronti. Le politiche legate alla strategia Farm to Fork, sottolinea il rapporto di ECNO, sono state congelate o hanno un’efficacia discutibile. Va nella direzione sbagliata lo smantellamento dell’ambizione verde della PAC, con le recenti semplificazioni.
Edifici e mobilità
Note ancora più dolenti quando si arriva alla decarbonizzazione di edifici e trasporti. Per entrambi i settori si registrano “cambiamenti limitati”. Per l’edilizia un nodo cruciale è il tasso di riqualificazioni, ben troppo basso, mentre sulla mobilità è troppo lenta la diffusione di veicoli a zero emissioni. “I dati mostrano anche che il trasporto stradale è addirittura in aumento, il che significa movimento nella direzione sbagliata”, si legge nel documento.
Per la mobilità vanno molto male i 3 fattori abilitanti per la transizione ecologica dell’Europa individuati da ECNO. Soprattutto sullo shift modale, dove i 4 indicatori (la quota di passeggeri e merci nei trasporti su gomma e rotaia) vanno tutti nella direzione sbagliata. Mentre la crescita della quota di EV sul totale del parco auto circolante deve accelerare di 8,4 volte, e la penetrazione di mezzi pesanti a zero emissioni deve crescere a ritmi addirittura 444 volte maggiori di quelli di oggi.
Finanza e rimozioni di carbonio
I voti più bassi nella pagella di ECNO si registrano per la finanza e le rimozioni di carbonio. Sul finanziamento della transizione i miglioramenti sono “limitati” e si sono verificati dei peggioramenti che “mettono a rischio ulteriori progressi in altri settori”. Ad esempio, i sussidi ai combustibili fossili sono aumentati e persiste un “sostanziale divario di investimenti” nonostante i vari programmi dell’UE progettati per stimolare i finanziamenti pubblici e privati. Nelle rimozioni di CO2, la tendenza mostra che i carbon sink naturali continuano a diminuire, anche se il declino sta rallentando.