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Sì agli incentivi se i processi generano rifiuti speciali pericolosi, ma con vincoli su loro recupero e smaltimento. Ridefiniti gli scaglioni del credito d’imposta in linea con la legge di bilancio 2024. Chiarimenti sulla cumulabilità con altri incentivi. E snellimenti per le procedure di calcolo del risparmio energetico conseguito. Sono le novità principali introdotte con l’ultimo aggiornamento delle FAQ relative al Piano Transizione 5.0 dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, datato 21 e 24 febbraio 2025.
Vediamo da vicino quali sono le modifiche apportate e i chiarimenti che arrivano dal MIMIT sul piano di agevolazioni per la doppia transizione verde e digitale.
Principio DNSH e rifiuti pericolosi
Le nuove FAQ sul Piano Transizione 5.0 pubblicate il 21-24 febbraio 2025 dal MIMIT chiariscono la disciplina relativa al principio Do Not Significant Harm (DNHS), architrave del diritto europeo, e le eccezioni previste.
La FAQ 10.1 chiarisce la necessità di rispettare il principio DNSH per accedere al credito d’imposta. Ma introduce l’eccezione riportata all’articolo 5, comma 1, lettera d), del decreto interministeriale 24 luglio 2024.
Sono ammissibili agli incentivi 5.0 anche gli investimenti in processi produttivi che generano dosi elevate di sostanze inquinanti classificate come rifiuti speciali pericolosi. A condizione che i rifiuti aggiuntivi siano destinati ad attività di recupero o di smaltimento, classificate come R1-R12 o D1-D12.
Nuovi scaglioni
Come definito dalla Legge di Bilancio 2024, le nuove FAQ del MIMIT riflettono gli scaglioni aggiornati relativi all’ammontare del credito d’imposta.
Nel dettaglio, secondo la FAQ 5.1, a seconda della percentuale di riduzione dei consumi energetici e dell’ammontare degli investimenti, gli scaglioni sono così definiti:
Fino a 10 milioni di euro:
- Struttura produttiva (riduzione dei consumi 3-6%): 35%
- Processo interessato (riduzione dei consumi 5-10%): 40%
- Struttura produttiva (riduzione dei consumi 6-10%): 45%
- Processo interessato (riduzione dei consumi oltre 10%): 45%
Da 10 a 50 milioni di euro:
- Struttura produttiva (riduzione dei consumi 3-6%): 5%
- Processo interessato (riduzione dei consumi 5-10%): 10%
- Struttura produttiva (riduzione dei consumi 6-10%): 15%
- Processo interessato (riduzione dei consumi oltre 10%): 15%
Cumulabilità delle agevolazioni con Transizione 5.0
Il MIMIT ha rivisto del tutto la sezione di FAQ dedicate alla cumulabilità delle agevolazioni. Sono state cancellate la FAQ 8.1 e la FAQ 8.5. Sono stati inseriti due nuovi chiarimenti.
La FAQ 8.6 richiama le disposizioni introdotte con l’ultima Legge di Bilancio che permettono la cumulabilità, a determinate condizioni.
Il credito d’imposta è cumulabile con ulteriori agevolazioni, anche da fondi europei. Ma a condizione che il sostegno “non copra le medesime quote di costo dei singoli investimenti del progetto di innovazione”.
Inoltre, non è possibile cumulare agevolazioni se l’importo complessivo supera il costo sostenuto. E in presenza di agevolazioni già ricevute, il credito d’imposta di Transizione 5.0 si applica alla quota residua di costi non coperta dagli incentivi precedenti.
La FAQ 8.7 stabilisce che il credito d’imposta 5.0 è cumulabile con gli incentivi per:
- investimenti nella ZES unica, la zona economica speciale per il Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna) istituita nel 2024;
- investimenti nelle zone logistiche semplificate.
Anche in questo caso non si possono cumulare più incentivi dei costi sostenuti.
Semplificazione del calcolo del risparmio energetico
In linea con la Legge di Bilancio 2025, il Ministero chiarisce il perimetro della procedura semplificata per la determinazione del calcolo del risparmio energetico conseguito ai sensi del comma 9-bis dell’art.38.
Le novità comportano uno snellimento procedurale:
- resta l’obbligo di certificazione;
- resta l’obbligo di calcolo del risparmio in TEP equivalenti;
- novità: i certificatori possono servirsi di documentazione standardizzata già esistente (Regolamenti Europei, norme di settore, Migliori Tecnologie Disponibili o “altre evidenze equivalenti riconosciute”).
Quattro nuove FAQ specifiche (4.19/4.20/4.21/4.22) chiariscono ulteriori dettagli, tra cui:
- le “caratteristiche tecnologiche analoghe” al bene sostituito includono tecnologie più avanzate e non prevedono vincoli di sorta per dimensioni, potenza o altre caratteristiche tecniche;
- gli standard specifici riconosciuti come validi per certificare il miglioramento dell’efficienza energetica;
- chiarimenti sui tempi di ammortamento;
- l’esclusione della rilevanza di eventuali rivalutazioni contabili intervenute sui beni oggetto di sostituzione.
La nuova FAQ 4.19 specifica inoltre che non c’è obbligo di rottamare il bene sostituito.
La nuova FAQ 4.18 chiarisce come verificare i requisiti obbligatori di risparmio energetico per il settore della distribuzione automatica, in cui i beni agevolabili sono situati presso siti esterni. Il MIMIT considera valide due modalità alternative di calcolo ai fini delle agevolazioni del Piano Transizione 5.0:
- a livello di processo interno della società di gestione, cioè misurando l’efficienza complessiva del parco macchine della filiale o sede che gestisce i distributori;
- a livello del processo del fruitore del servizio (del cliente), quindi valutando il miglioramento dell’efficienza del servizio presso l’azienda cliente (la fase logistica di rifornimento va esclusa dal calcolo).
Credito d’imposta Transizione 5.0 e contratti con patto di riservato dominio
Nel caso di un contratto di vendita con patto di riservato dominio (cioè un contratto in cui il venditore mantiene la proprietà del bene fino al pagamento completo), il MIMIT specifica che se la durata del contratto è superiore a 5 anni, non cambia il momento in cui si può usufruire del credito d’imposta Transizione 5.0. Il momento in cui l’investimento si considera effettuato, infatti, non è legato alla durata del contratto ma alla consegna del bene o alla data del trasferimento di proprietà. Lo chiarisce la FAQ 2.17.
Attestazioni 4.0 valide anche per 5.0
L’attestazione già ottenuta per le certificazioni per accedere alle agevolazioni Transizione 4.0 sono valide anche per quelle 5.0, a determinate condizioni. Lo stabilisce la FAQ 2.18.
Chi aveva pensato di sfruttare la passata tornata di incentivi, ma non l’ha fatto, e adesso vuole richiedere le agevolazioni 5.0, può farlo con le medesime certificazioni già ottenute. Resta fermo il divieto di cumulare gli incentivi 4.0 e 5.0.
Nel dettaglio, se un’impresa ha già ottenuto un attestato di conformità o una perizia asseverata (che certificano che un bene soddisfa determinati requisiti tecnici) per ottenere il credito d’imposta Transizione 4.0 su beni di valore fino a 300 mila euro, non è necessario ottenere una nuova attestazione per poter accedere al credito d’imposta Transizione 5.0.
Scarica qui le nuove FAQ del MIMIT aggiornate al 24 febbraio 2025