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Sì al tetto al prezzo del gas, ma solo quello per la generazione elettrica

La presidente della Commissione davanti agli Eurodeputati a Strasburgo: “Siamo pronti a discutere un tetto al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità. Sarebbe anche un primo passo verso una riforma strutturale del mercato dell'elettricità”

Sussidi fossili: nel 2021 salgono a 700 mld $, ai livelli del 2010
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Le parole di Ursula von der Leyen sul tetto al prezzo del gas

(Rinnovabili.it) – L’Europa è pronta ad adottare un tetto al prezzo del gas. Ma solo a quello usato per la generazione di elettricità. Lo ha detto la presidente Ursula von der Leyen parlando stamattina agli eurodeputati riuniti in plenaria a Strasburgo.

Parole che indicano una rotta, per quanto poco convincente per molti paesi europei, dopo settimane di incertezze, ripensamenti, fughe in avanti (il piano nazionale da 200 miliardi della Germania, che in Europa frena sul price cap) e ben poca compattezza come Unione. Ma sono anche parole che chiudono la porta in faccia alla proposta avanzata lunedì dai commissari francese e italiano, Thierry Breton e Paolo Gentiloni, di creare uno strumento di mutualizzazione del debito, sulla falsariga del SURE usato a inizio pandemia, stavolta per agire contro la crisi energetica.

Cosa ha detto von der Leyen sul tetto al prezzo del gas

“Il gas viene utilizzato in tre settori: industria, riscaldamento ed elettricità. Cominciamo con l’elettricità. I prezzi elevati del gas fanno lievitare i prezzi dell’elettricità. Dobbiamo limitare l’impatto inflazionistico del gas sull’elettricità, ovunque in Europa”, ha detto von der Leyen. “Per questo motivo siamo pronti a discutere un tetto al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità. Questo tetto sarebbe anche un primo passo verso una riforma strutturale del mercato dell’elettricità.

La presidente della Commissione non rinuncia, in linea di principio, neppure all’idea di un price cap sul gas russo. Sarebbe un’opzione che avrebbe “un impatto immediato sui livelli dei prezzi” ma allo stesso tempo comporta “degli svantaggi in termini di sicurezza dell’approvvigionamento di gas”, vista la probabile reazione russa di interrompere i flussi. Se anche si mettesse in campo questo tetto, comunque, sarebbe solo una soluzione temporanea per far fronte al fatto che il TTF – il nostro principale parametro di prezzo – non è più rappresentativo del nostro mercato, che oggi comprende più GNL”, specifica l’ex ministra della Difesa tedesca.

Insieme al tetto al prezzo del gas per generazione elettrica, nella lettera di indirizzo che la Commissione spedirà al Consiglio in vista della riunione informale a Praga di domani e venerdì, von der Leyen ribadirà anche la necessità di rinegoziare i contratti con i partner definiti “affidabili”. L’esempio che cita è la Norvegia. Con Oslo e gli altri fornitori le prospettive di abbassare il prezzo del gas sono buone perché “come Unione Europea, abbiamo un notevole potere di mercato”.

Un errore il price cap sul modello iberico

Secondo Simone Tagliapietra del think tank Bruegel, l’opzione favorita da von der Leyen per limitare i prezzi del gas sarebbe un errore. Quel tetto è già in vigore in Spagna e Portogallo ma “ha incentivato il consumo di gas”, scrive Tagliapietra. “Un’ampia applicazione di questo approccio all’UE farebbe probabilmente aumentare i prezzi del gas, a scapito dei consumatori industriali che utilizzano il gas direttamente piuttosto che attraverso l’elettricità”.

Il secondo scoglio è la possibile “esportazione di elettricità sovvenzionata verso paesi che non pagano le sovvenzioni”. Si supera solo se i Ventisette armonizzano i livelli di sovvenzioni. Qualcosa di non scontato. Terzo punto: “le pressioni politiche affinché l’UE scelga un tetto al prezzo del gas si stanno chiaramente rafforzando. Ma come si inserirebbe l’approccio iberico nello schema di quanto concordato venerdì? E quali sono le ripercussioni fiscali? L’approccio “whatever it caps” non risolverà la crisi”, conclude l’esperto del Bruegel.

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