Nei prossimi giorni gli Stati membri dell'UE devono trovare un compromesso sul price cap del gas. Ma dopo la bocciatura della proposta della Commissione europea ora si cercano idee e intese
Tetto al prezzo del gas europeo, è ancora scontro tra gli Stati membri
(Rinnovabili.it) – Il tetto al prezzo del gas europeo continua ad essere un argomento particolarmente polarizzante e per i Ventisette trovare un’intesa rimane una sfida aperta. Da un lato c’è chi come Italia e Grecia è pronto a fare muro e a rallentare anche le discussioni sul nuovo pacchetto UE a meno di non ottenere l’atteso price cap. Dall’altro ci sono Germania e Paesi Bassi che continuano a frenare, preoccupati che un simile intervento sul mercato possa minacciare l’offerta e allontanare le importazioni.
Una cosa è sicura, la proposta presentata dalla Commissione europea non è riuscita a mettere d’accordo le due parti. L’esecutivo UE aveva progettato un meccanismo di correzione dei prezzi da attivare automaticamente al superamento di certe soglie sul Dutch Title Transfer Facility (TTF), la borsa olandese che funge da punto di riferimento per l’Europa. Il tetto al prezzo del gas sarebbe scattato solo in caso di transazioni mensili sul TTF superiori a 275 euro per due settimane consecutive e con una differenza tra il prezzo sul TTF e l’indice globale del GNL di 58 euro per dieci giorni.
La proposta non è piaciuta quasi a nessuno e oggi i Governi UE si sono dati una nuova scadenza. Il 13 dicembre il Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia tenterà nuovamente di trovare un’intesa sul price cap.
Price cap gas, le controproposte
Sul tavolo del Consiglio potrebbero finire tre proposte diverse. Quella della presidenza ceca, che terrà le redini del Consiglio dell’UE fino alla fine del 2022, quella dei Paesi Bassi e quella supportata da Italia e altri 6 paesi del Blocco.
Il testo redatto da Praga cerca di mediare alleggerendo l’originaria proposta della Commissione europea: tetto a 264 euro da attivare dopo soli 5 giorni di prezzi superiori; abbassando a 5 giorni anche il periodo limite per la differenza con l’indice globale del GNL.
Molto più basso il tetto al prezzo del gas proposto da Italia, Belgio, Grecia, Polonia, Lituania, Malta e Slovenia. Le sette nazioni vorrebbero un limite a 160 euro da applicare con un approccio “a semaforo” legato alla sicurezza degli approvvigionamenti. In altre parole in caso di problemi con le forniture di GNL o di squilibri tra domanda e offerta, il meccanismo di correzione potrebbe essere disattivato temporaneamente (giallo) o addirittura rimosso (rosso). In alternativa i Paesi propongono un price cap dinamico per il gas il cui limite verrebbe definito con una scadenza mensile o trimestrale. Il meccanismo di correzione si baserebbe su una componente fissa legata ai rialzi del TTF e una componente variabile ottenuta dalla media aritmetica dei benchmark dei mercati globali di GNL.
L’opzione non sembra piacere ai Paesi Bassi che in queste ore hanno presentato la propria proposta. Il testo, riporta la Reuters, prevede di limitare il prezzo solamente per le transazioni effettuate da acquirenti sostenuti dal governo e da società obbligate per legge ad acquistare gas per riempire gli stoccaggi. Tale cap sarebbe rivisto ogni mese ma al momento la proposta non fissa un prezzo massimo limite.