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Tetto al prezzo del gas, se a dire sì è l’Australia

Tetto al prezzo del gas
Foto di Joey Csunyo su Unsplash

Il tetto al prezzo del gas rimarrà in vigore per un anno

(Rinnovabili.it) – Stabilire un tetto al prezzo del gas si è rivelata essere una sfida molto più grande del previsto per l’Unione Europea. E mentre i responsabili delle politiche energetiche dell’UE-27 prendono tempo, dall’altra parte del globo c’è chi passa ai fatti. L’Australia ha deciso di istituire un price cap nazionale con cui proteggere i propri consumatori.

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La misura è stata inserita in una nuova legge approvata dal Parlamento del Commonwealth. Parliamo del decreto Energy Price Relief Plan passato stamane alla Camera senza emendamenti, e trasmesso quindi al Senato per l’ok finale. Come riporta oggi la Reuters, il provvedimento fornisce nel complesso 1,5 miliardi di dollari australiani (circa 960 milioni di euro) in aiuti alle famiglie e alle piccole imprese colpite dall’aumento dei costi energetici a causa della guerra della Russia in Ucraina. E stabilisce un tetto al prezzo massimo del gas: 12 dollari australiani per gigajoule, meno della metà del prezzo medio a breve termine del terzo trimestre 2022, stando ai dati del gruppo di ricerca EnergyQuest.

Il cap si applicherà alle nuove vendite di gas all’ingrosso da parte dei produttori della costa orientale per una durata di 12 mesi. La legge limita anche i prezzi interni del carbone a 125 dollari australiani per tonnellata negli stati del Nuovo Galles del Sud e del Queensland.

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 Ma perché l’Australia, un paese ricco di riserve di gas, sta lottando con il caro bollette? Perché ormai i mercati energetici nel mondo sono “collegati”. Il paese è da anni il più grande esportatore di GNL a livello globale: al punto che l’80% del gas australiano viene attualmente inviato all’estero. Le imprese energetiche hanno applicato internamente gli stessi prezzi pattuiti a livello internazionale, che  – causa guerra della Russia in Ucraina – sono lievitati a livelli record in questo 2022.

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