Con il decreto legge sulla Terra dei fuochi, approvato oggi dal CdM, viene introdotto nell'ordinamento italiano il reato di combustione dei rifiuti
È stato approvato oggi in Consiglio dei Ministri il decreto sull’emergenza Terra dei Fuochi. Ancora una volta un decreto d’urgenza, ancora una volta una regolamentazione empirica. Prima l’esperienza poi la regola. E in questo caso l’esperienza dura da anni ed è esperienza di distruzione e morte. Non è una novità la gestione dei rifiuti in Campania e Schiavone non è nato ieri.
Annunciato come ancora di salvezza per una terra martoriata da anni di potere criminale incontrollato e accompagnato da una espressione epica del Ministro Orlando “la tutela dell’ambiente è tutt’uno con lotta alla criminalità organizzata”, il decreto si presenta come un piano a tutela dell’ambiente, della salute e della qualità delle coltivazioni. Si prevedono il monitoraggio e la classificazioni dei suoli, l’accertamento dello stato d’inquinamento dei terreni, la riforma dei reati ambientali, l’accelerazione e la semplificazione degli interventi necessari, oltreché risorse per le bonifiche indispensabili per territori a forte condizionamento criminale quale è quello della “terra dei fuochi”. Il piano sarà attuato in stretto raccordo con la Regione Campania il cui presidente, Stefano Caldoro, ha partecipato ai lavori del Consiglio dei Ministri.
Per la serie “non è mai troppo tardi” si propone di fare fronte al gravissimo allarme sociale (con pesanti ricadute economiche) provocato dalla diffusione di notizie sullo stato di contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute umana di alcuni prodotti agroalimentari di quella regione. Per questo il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania (Arpa Campania) svolgeranno le indagini tecniche per la mappatura secondo gli indirizzi comuni e le priorità definiti con direttiva dei ministri delle Politiche agricole, dell’Ambiente e della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Campania che sarà emanata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. I risultati scientifici consentiranno di perimetrare definitivamente i terreni.
Viene costituito un Comitato Interministeriale e di una Commissione con il compito di individuare e potenziare azioni e interventi di monitoraggio e tutela da realizzarsi nell’area della regione Campania. L’azione della Commissione ha lo scopo di semplificare e accelerare le procedure per l’attuazione degli interventi di bonifica dei territori.
Le uniche disposizioni per il futuro e la salvaguardia ambientale sono quelle che introducono il reato di combustione illecita dei rifiuti e l’introduzione dell’obbligo informativo previsto dall’art. 129 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale a fattispecie di reato in cui i fatti comportino delle conseguenze pregiudizievoli sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agroalimentari. “In sostanza– come si legge nel comunicato stampa-se durante un’inchiesta si viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i magistrati informeranno direttamente le istituzioni centrali e locali di quello che accade in modo tale da provvedere immediatamente all’adozione delle iniziative di competenza (per esempio l’inibizione della distribuzione oppure le bonifiche”.
Quanto al reato di combustione illecita di rifiuti la norma ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni. Introdurre prescrizioni penali per comportamenti illeciti legati all’ambiente è un atto di responsabilità, quello che non convince è purtroppo il recupero miracoloso di anni di indifferenza e di cattiva gestione di una terra avvelenata.