Da gennaio a settembre 2020 le rinnovabili hanno coperto in media il 40% dei consumi di energia elettrica
(Rinnovabili.it) – Il sistema energetico italiano torna lentamente al passo originale. Dopo mesi di forte contrazione dei consumi di energia elettrica, in risposta alla crisi sanitaria e alle conseguenti misure di blocco, a settembre 2020 si è registrato un rimbalzo. Secondo l’analisi fornita ieri da Terna, l’operatore nazionale della rete di trasmissione, la domanda elettrica è tornata a crescere con una richiesta di ben 26,6 miliardi di kWh. Il valore è perfettamente in linea con il dato dello scorso anno, quando qualsiasi preoccupazione sulla pandemia era ancora ben lontana. Ma rispetto a settembre 2019 la produzione nazionale è più alta di 3 punti percentuali. Nel dettaglio, il contributo nostrano al fabbisogno elettrico è stato del 92%, pari a 24,7 miliardi di kWh.
Ma il dato forse più interessante per settembre 2020 è quello riguardante la componente verde. Nel mese appena passato le energie rinnovabili hanno coperto il 36% dei consumi di energia elettrica; lo scorso anno la quota era del 33%. Merito anche dell’aumento di produzione registrato a livello delle prime tre fer elettriche: l’eolico con un più 16,3% sul dato 2019, l’idroelettrico con un più 12,3%, il fotovoltaico con il suo più 5,1%. A contrarsi è stata invece la produzione geotermica (meno 3,2%) e in maniera quasi impercettibile anche quella termica (meno 0,1%).
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Allungando lo sguardo ai primi nove mesi dell’anno, il contributo delle rinnovabili si fa anche più elevato. Non è un mistero che durante i mesi di lockdown, le fer abbiano avito la meglio. Le fonti rinnovabili hanno un costo variabile di produzione molto basso, grazie al quale godono di una priorità di accesso alle rete rispetto gas e carbone. Questo ha fatto sì che, a marzo 2020, le green energy siano arrivate a coprire addirittura il 44,8% della produzione nazionale. Questo boom di offerta, ovviamente non stile, si è riflesso anche nella domanda. Da gennaio a settembre le fonti rinnovabili hanno coperto il 40% dei consumi di energia elettrica. La restante richiesta energetica è stata soddisfatta al 51% dalla produzione fossile e la restante quota e la restante quota dal saldo estero.
I dati di settembre 2020 appartengo all’aggiornamento che Terna pubblica mensilmente. In questa uscita il report è stato arricchito con l’indice IMCEI. La sigla è l’acronimo di Indice Mensile Consumi Elettrici Industriali ed è stato realizzato partendo dalle misure dei prelievi mensili dei circa 530 clienti direttamente connessi in alta tensione. Sono i cosiddetti “energivori“, grandi industrie connesse alla rete di trasmissione elettrica nazionale che l’operatore è deve monitorare. Del gruppo fanno parte cementifici, stabilimenti siderurgici o chimici, grandi industrie alimentari, dei mezzi di trasporto o della carta, solo per citarne alcuni.
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Nel mese di settembre 2020 l’IMCEI mostra un recupero graduale iniziato già nei mesi estivi, rispetto alla profonda flessione dell’inizio anno. “Il campione dei consumi dei clienti industriali monitorato da Terna – si legge nella nota stampa – pur facendo registrare una flessione rispetto a settembre dello scorso anno, appare infatti in ripresa rispetto ai mesi precedenti. Il recupero è stato guidato da raffinerie e cockerie (+42,4%), cartiere (+29,6%), imprese produttrici di materiali da costruzione (+9,7%) e chimiche (+1,5%), mentre sul dato complessivo ha influito negativamente il comparto siderurgico (-9%)”.