Contrari al progetto della società lombarda sono, oltre una trentina di Comuni che insistono sul territorio, diversi gruppi ambientalisti come Legambiente e l’Associazione Culturale Valledora preoccupati per gli inquinanti potenzialmente dispersi nell'aria dopo la combustione e per la ricaduta dei medesimi su terreni agricoli.
Il progetto di A2A è in fase di VIA
La Commissione Ambiente presieduta da Angelo Dago, ha svolto un sopralluogo in località Valledora di Cavaglià (Vc) dove è in progetto la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore per la produzione di energia elettrica e termica da combustione di rifiuti speciali non pericolosi.
Dopo i colloqui, il presidente ha preso atto delle diverse posizioni espresse e ha concordato con i commissari di approfondire la questione coinvolgendo tutte le parti interessate, anche con audizioni a Palazzo lascaris. Sono intervenuti i commissari Marco Grimaldi (Luv) che si è detto contento dell’incontro, utile per ulteriori approfondimenti sul tema, Giorgio Bertola (M4o) scettico sulla reale capacità di recupero energetico, Sean Sacco (M5s) contrario in generale ai termovalorizzatori; hanno partecipato all’incontro Gianluca Gavazza e Letizia Nicotra (Lega) e Monica Canalis (Pd).
Il progetto, presentato dall’azienda A2A di Brescia, è stato inviato nei mesi scorsi alla Provincia di Biella per essere sottoposto alla fase di Valutazione di Impatto Ambientale (Via).
L’impianto potrà trattare annualmente 278mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione.
Contrari al progetto della società lombarda sono, oltre una trentina di Comuni che insistono sul territorio, diversi gruppi ambientalisti come Legambiente e l’Associazione Culturale Valledora preoccupati per gli inquinanti potenzialmente dispersi nell’aria dopo la combustione e per la ricaduta dei medesimi su terreni agricoli.
La Commissione quindi, dopo il sopralluogo, presso il municipio di Cavaglià ha incontrato e dialogato con gli amministratori locali coinvolti e i rappresentanti del mondo ambientalista.
Il sindaco di Cavaglià Mosè Brizi ha messo in evidenza come il territorio cavagliese non è rappresentato solamente da cave e discariche ma anche da una bellissima parte formata da colline e pianure, che potranno vedere molto presto il sorgere di un villaggio turistico composto da circa 800 abitazioni ecosostenibili realizzate dalla multinazionale Pierre & Vacances. La società francese e il presidente Alberto Cirio si sono già incontrati e presto sigleranno un protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto.
Anna Riva e Anna Andorno, rispettivamente presidente e portavoce del Comitato Valledora, hanno fatto la cronistoria delle vicende legate sia alle discariche che alle cave, auspicando al più presto un incontro con i vertici regionali per esaminare l’intero territorio a vocazione agricola e turistica con le sue criticità e fragilità.
“Chiediamo – hanno proseguito – alla Commissione Ambiente di farsi portavoce delle nostre richieste ai vertici della Regione, portando la documentazione che abbiamo realizzato con l’aiuto di professionisti qualificati, contro la costruzione del nuovo termovalorizzatore”.
I sindaci di Cavaglià, Tronzano Vercellese Michele Pairotto, Alice Castello Luigi Bondone e Borgo D’Ale Piermario Andorno hanno condiviso la posizione del sindaco Angela Ariotti che ha spiegato “la necessità di avere una visione diversa di questo territorio perché si è potuto sperimentare che sia i giovani, sia gli imprenditori, hanno voglia di ritornare a investire”.
Presenti all’incontro anche i sindaci di Viverone (Renzo Carisio) e Roppolo (Renato Corona) mentre per Legambiente è intervenuto Daniele Gamba che ha posto al centro del proprio intervento le nuove modifiche alla pianificazione territoriale e urbanistica.
Davide Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli, si è detto decisamente contrario che siano gli enti locali a decidere sulla idoneità o meno dei siti da destinare ai termovalorizzatori ma si deve obbligatoriamente affidare alla Regione, con proprie leggi, la definizione delle aree ritenute idonee o non idonee.
Emanuele Ramella, presidente della Provincia di Biella, ha spiegato che gli amministratori sono costretti a seguire norme regionali, nazionali e europee.