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Cosa farà Teresa Ribera da super-Commissaria al Clima e all’Energia dell’UE

In un’audizione estenuante e travagliata, l’ex ministra dell’Ambiente spagnola ha dovuto rispondere a più domande (accusatorie) sul suo ruolo nell’alluvione di Valencia che sulle sue priorità per l’azione climatica europea. Ecco le sue priorità per i prossimi 5 anni

Teresa Ribera: le priorità della super-Commissaria Clima e Energia dell’UE
crediti: EP

Unire il Green Deal e l’attenzione alla competitività dell’industria europea per garantire una transizione più giusta. È la bussola che orienterà l’azione di Teresa Ribera, la vice-presidente designata della Commissione UE che terrà le redini dei dossier climatici e supervisionerà il lavoro del commissario al Clima, l’olandese Wopke Hoekstra. Sempre che dal Parlamento UE non arrivi la mossa a sorpresa: bocciatura per l’ex ministra dell’Ambiente spagnola.

Le manovre dietro la conferma dei vice-presidenti della Commissione

L’audizione per la conferma di Teresa Ribera è durata 3 ore la sera del 12 novembre, ma il parlamento ha scelto di rinviare il voto sulla candidata. Ci sarà un solo voto per tutti i 6 vice-presidenti, invece di 6 voti distinti come di consueto.

La ragione? I popolari del PPE temono che socialisti e liberali dicano no all’ingresso, di fatto, dei sovranisti di ECR nella maggioranza Ursula. Votando contro Raffaele Fitto, il candidato italiano al portafoglio per la Coesione, in quota Fratelli d’Italia.

Ribera è finita vittima del fuoco incrociato: durante la sua audizione, la componente spagnola del PPE l’ha accusata per l’alluvione di Valencia. E le voterà contro. Il resto del gruppo europeo non sembra avere problemi con un atteggiamento alquanto irrituale per gli standard di Bruxelles. Il vento, nella capitale delle istituzioni europee, cambia più velocemente del cambiamento climatico.

Le priorità di Teresa Ribera per clima, energia e competizione

L’aspirante candidata alla vice-presidenza esecutiva per la Transizione Pulita, Giusta e Competitiva ha fornito ben pochi dettagli sulle sue priorità per l’azione climatica. Ribera ha ribadito che serve più, non meno Green Deal.

Cosa significhi di preciso, però, non lo sa nessuno. Gli eurodeputati l’hanno torchiata su altre questioni – il suo ruolo nell’alluvione di Valencia – e le domande sul Clean Industrial Deal, le iniziative su mitigazione e adattamento, l’economia circolare sono state praticamente assenti.

Ribera però ha collegato clima e competitività in un’equazione che dovrebbe diventare la pietra angolare di ogni sua politica. “La corsa industriale per raggiungere la neutralità climatica e la velocità stanno accelerando”, ha affermato, mentre “il resto del mondo non ci sta aspettando”. L’Europa deve accelerare la sua transizione dai combustibili fossili perché “se la nostra economia si basa sui combustibili fossili, che non produce, non saremo mai competitivi”.

Politiche di adattamento alla crisi climatica

Cosa sappiamo, più in dettaglio? Teresa Ribera metterà al centro della sua agenda la preparazione e la resilienza al rischio climatico. Anche con un nuovo Piano europeo per l’adattamento climatico. Sistemi di allerta precoce e capacità di risposta all’emergenza saranno tasselli fondamentali dell’iniziativa UE.

Riduzione delle emissioni e target 2040

Un passaggio sugli obiettivi di riduzione delle emissioni c’è stato, per confermare semplicemente l’intenzione di mantenere il target di -90% entro il 2040. Proposto, ma ancora da fissare nella legislazione europea.

Non sarà facile. Secondo alcuni eurodeputati che hanno interrogato Ribera durante l’audizione, l’UE dovrebbe rallentare la transizione alla luce dei risultati ottenuti nella riduzione delle emissioni di gas serra. (In realtà, nel 2023 le emissioni UE sono sì scese di un livello senza precedenti, ma è ancora troppo poco per centrare gli obiettivi al 2030.)

Nucleare…nì

Alcune domande a Ribera hanno riguardato esplicitamente l’energia nucleare. La richiesta era una sola: la nuova Commissione è pronta a finanziare le nuove generazioni di tecnologia nucleare? La politica spagnola, però, ha accuratamente evitato di concedere alcunché: si è limitata ad assicurare che la Commissione rispetterà le decisioni dei governi sul proprio mix energetico. Tradotto: se volete il nucleare, fate pure, ma da Bruxelles non arriverà molto di più di luce verde (come l’inserimento dell’atomo nella tassonomia UE).

Industria dell’auto

Passaggio obbligato quello sull’industria dell’auto, visto quanto il tema è diventato radioattivo durante la scorsa legislatura. Ribera non si è però impegnata formalmente ad aumentare i fondi per finanziare la transizione del settore verso l’elettrico, tra case auto e OEM. Ha però assicurato che lavorerà per trovarli.

Un Superbonus europeo?

Qualche novità arriva invece sul fronte delle riqualificazioni del patrimonio edilizio. Ribera ha assicurato che lavorerà per modificare le norme UE sugli aiuti di stato e la competizione nell’ottica di garantire più risorse europee per schemi nazionali di riqualificazione.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.