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Tecnologie pulite e competitività, cresce la dipendenza UE dall’import

Tecnologie pulite competitività
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(Rinnovabili.it) – Nonostante l’aumento dei prezzi 2022 dovuto al picco dei costi dell’energia e dei materiali, le tecnologie energetiche pulite non hanno perso la loro competitività nel Vecchio Continente. Al contrario i progressi in termini di costi hanno aiutato il Blocco ad aumentare il tasso di diffusione dell’energia eolica e fotovoltaica del 50% rispetto al 2021. A spiegarlo è il “Progress on competitiveness of clean energy technologies”, la relazione della Commissione europea presenta assiema al report sullo Stato dell’Unione Energetica 2023.

L’analisi segue annualmente dal 2020 lo stato di avanzamento della competitività delle tecnologie pulite, presentando l’evoluzione attuale e quella stimata per il futuro. E, sebbene nel complesso celebri la leadership dell’Unione, lancia anche un avvertimento: la dipendenza Ue dalle importazioni sta aumentando. E non solo per ciò che concerne le materie prime ma anche i principali componenti intermedi e le tecnologie finali.

 “Questa relazione […] è particolarmente attuale in quanto fornisce informazioni sui principali fattori trainanti, sulle opportunità e sugli ostacoli alla competitività nel settore dell’energia pulita dell’UE”, ha commentato la commissaria all’energia Kadri Simson. “Richiama inoltre l’attenzione sui passi coordinati che stiamo adottando a livello dell’UE per sostenere la nostra industria nell’affrontare le sfide attuali”.

La competitività nelle varie tecnologie pulite dell’energia

Fotovoltaico – Sebbene il 2022 sarà ricordato come un anno record per la capacità fv installata in Europa grazie ai 41 GW aggiunti alla rete, dal punto di vista della catena del valore i problemi rimangono. I Paesi UE sono fortemente dipendenti dalle importazioni cinesi e per colmare il divario di costo con i concorrenti esteri, gli Stati membri devono “ampliare i propri impianti di produzione e concentrarsi su prodotti innovativi e processi di produzione avanzati e più sostenibili”.

Solare termico – L’UE detiene la leadership tecnologica in questo settore ma anche in questo caso la concorrenza degli operatori asiatici sta crescendo rapidamente. Per la commissione è indispensabile puntare su soluzioni innovative e continui progressi tecnologici per mantenere la posizione di vantaggio. “Anche l’elevata domanda europea di calore derivante dai processi industriali, nell’intervallo 150 – 400 °C, rappresenta una buona opportunità per introdurre il solare termico“, si legge nella relazione.

Eolico – Il comparto europeo rimane uno dei più forti al mondo, grazie a produttori che rappresentano il 30% dell’industria eolica globale (dato 2022). Peccato che prima della pandemia la quota posseduta era del 42%. I problemi nel settore sono ben noti e l’Esecutivo ha adottato da poco il piano d’azione per l’energia eolica per riuscire a superarli.

Energia marina – L’industria europea delle tecnologie energetiche marine rappresenta un potente innovatore per l’economia comunitaria. “Per aumentare la competitività di questo settore – scrive la Commissione – gli investitori hanno bisogno di rassicurazioni. Anche la gestione di aste specifiche per la tecnologia o lo sviluppo di molteplici usi (ad esempio con altri impianti rinnovabili o per molteplici attività) sosterrebbero il comparto”.

Batterie – I diversi progetti di gigafactory avviati o pianificati permetteranno al Blocco di soddisfare la domanda di batterie prevista per il 2025 e il 2030. In questo caso l’Esecutivo UE punta i riflettori sul riciclo, elemento essenziale per assicurare anche una buona fornitura di materie prime.

Pompe di calore – Il mercato UE delle pompe di calore è in crescita (+41% nelle vendite 2022). Tuttavia, i produttori dell’UE dipendono dalle importazioni per componenti come compressori e refrigeranti sintetici. 

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