Il mercato mondiale delle tecnologie energetiche verdi potrebbe valere circa 650 miliardi di dollari entro il 2030, dando lavoro a quasi 14 milioni di persone
L’Agenzia Internazionale dell’Energia pubblica il rapporto Energy Technology Perspectives 2023
(Rinnovabili.it) – Siamo all’alba di una nuova era industriale. L’era della produzione di tecnologie per l’energia pulita, punto di svolta ricco di opportunità ma anche di nuovi rischi. Questa la visione offerta dall’Agenzia Internazionale dell’Energia – IEA nel suo nuovo rapporto Energy Technology Perspectives 2023. Parte della serie di pubblicazioni di punta dell’organizzazione, il documento funge da vera e propria guida al green tech del futuro, fornendo un’analisi completa dell’attuale produzione globale di tecnologie per l’energia pulita. Dai pannelli solari alle turbine eoliche, dalle batterie per veicoli elettrici agli elettrolizzatori e alle pompe di calore, dando spazio anche alle relative catene di approvvigionamento. E mappando le probabili evoluzioni dei segmenti.
“La IEA aveva intercettato quasi due anni fa la rapida nascita di nuova economia energetica globale”, ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia. “Oggi è diventata un pilastro centrale della strategia economica e ogni paese deve capire come trarre vantaggio dalle sue opportunità affrontando le sfide. Stiamo parlando di nuovi mercati delle tecnologie per l’energia pulita del valore di centinaia di miliardi di dollari e di milioni di nuovi posti di lavoro”.
Secondo il rapporto, infatti, se tutti i paesi dovessero mantenere gli impegni climatici ed energetici annunciati, il mercato globale delle principali tecnologie energetiche verdi prodotte in serie varrà circa 650 miliardi di dollari all’anno entro la fine del decennio. Ossia più del triplo del valore attuale. E nel contempo darà lavoro a quasi 14 milioni di persone: 8 milioni in più degli attuali occupati.
leggi anche Accesso universale all’energia pulita, ecco cosa rallenta i progressi
Tecnologie per l’energia pulita, quali sfide ci attendono?
Tuttavia esistono una serie di sfide di cui essere consapevoli. A partire da quelle legate a supply chain limitate. Negli ultimi tre anni il commercio internazionale, e non solo in ambito energetico, è rapidamente passato da una rallentamento globale della spesa ad un aumento della domanda di beni e materiali. L’offerta fatica a tenere il passo, spingendo inevitabilmente in alto i prezzi.
I rincari registrati per cobalto, litio e nichel, ad esempio, hanno determinato il primo aumento in assoluto dei prezzi delle batterie per veicoli elettrici (+10% nel 2022). Anche il costo delle turbine eoliche al di fuori della Cina è aumentato dopo anni di cali e tendenze simili si registrano nel fotovoltaico. Secondo il rapporto sarebbero necessari 1.200 miliardi di dollari di investimento cumulativo per implementare una capacità sufficiente affinché le catene di approvvigionamento siano in linea con gli obiettivi 2030 dello scenario “zero emissioni nette”. Ad oggi gli investimenti annunciati coprono circa il 60% di questo totale.
Il rapporto evidenzia inoltre le sfide specifiche relative ai minerali critici necessari per molte tecnologie dell’energia pulita, focalizzandosi sui lunghi tempi di realizzazione per lo sviluppo di nuove miniere e la necessità di rigorosi standard ambientali, sociali e di governance.
leggi anche Dove trovare l’energia pulita? Te lo mostra il laboratorio geografico digitale UE
“Il mondo trarrebbe vantaggio da catene di approvvigionamento per la tecnologia pulita più diversificate”, ha aggiunto Birol. “Come abbiamo visto con la dipendenza dell’Europa dal gas russo, quando si dipende troppo da una società, un paese o una rotta commerciale, si rischia di pagare un prezzo alto in caso di interruzione”. “La notizia incoraggiante – ha continuato il numero uno della IEA – è che la pipeline di progetti globali per la produzione di tecnologie per l’energia pulita è ampia e in crescita. Se tutto ciò che è stato annunciato fino ad oggi viene realizzato, gli investimenti che confluiscono nella produzione di tecnologie per l’energia pulita fornirebbero i due terzi di ciò che è necessario in un percorso verso emissioni nette zero”.