Le tecnologie a basse emissioni su scala ridotta, come pannelli solari e termostati intelligenti, sono potenzialmente più vantaggiose di quelle su larga scala per raggiungere gli obiettivi climatici
(Rinnovabili.it) – Delle 45 tecnologie energetiche ritenute critiche dall’International Energy Agency per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali, “38 devono essere migliorate sostanzialmente sia in termini di costi che di prestazioni, accelerando al contempo il loro utilizzo nei prossimi decenni”.
Un team di ricercatori del Tyndall Center for Climate Change Research presso l’University of East Anglia, l’austriaco International Institute for Applied Systems Analysis e l’University Institute di Lisbona, ha raccolto dati sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio e testato il loro rendimento rispetto a nove caratteristiche, quali costi, innovazione e accessibilità. La ricerca si è concentrata su quali soluzioni possano essere utilizzate per consentire una transizione energetica più rapida ed efficiente. Comprendere se dare la priorità a innovazioni tecnologiche su larga scala, più costose, come l’energia nucleare, la cattura e lo stoccaggio del carbonio o i sistemi di trasporto ad alta velocità, oppure a quelle di dimensioni più ridotte, a basso costo e modulari, come pannelli solari, termostati intelligenti, biciclette elettriche e taxi condivisi, è fondamentale per implementare la transizione energetica.
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La ricerca, pubblicata su Science, sottolinea come, a determinate condizioni, alternative energetiche su “scala ridotta” – come i pannelli solari e le bici elettriche – comporterebbero minori rischi di investimento e darebbero maggiori possibilità di ridurre la domanda di energia, caratteristiche chiave per accelerare il processo di decarbonizzazione.
Charlie Wilson, dell’University of East Anglia, ha spiegato che “una rapida diffusione di tecnologie a basse emissioni di carbonio distribuite nel nostro sistema energetico, nelle città e nelle case può aiutare ad ottenere progressi più rapidi ed equi verso gli obiettivi climatici”. Le grandi infrastrutture “che costano miliardi non sono il modo migliore per accelerare la decarbonizzazione. I governi, le imprese, gli investitori e i cittadini dovrebbero dare la priorità a soluzioni su scala ridotta che si diffondono più velocemente. Ciò significa orientare finanziamenti, politiche, incentivi e ricerca lontano dai grandi, ma pochi, e verso i piccoli, ma molti”.
Infatti le soluzioni low carbon su piccola scala hanno una durata di vita più breve e sono meno complesse, quindi è possibile introdurre rapidamente nel mercato innovazioni e miglioramenti. Inoltre aiutano a creare più posti di lavoro, offrendo di conseguenza ai governi una base solida per rafforzare le loro politiche climatiche.
Il co-autore dello studio Arnulf Grubler ha affermato che “le grandi tecnologie su larga scala […] come l’energia nucleare o la cattura e lo stoccaggio del carbonio sono politicamente seducenti”, ma “assorbono ingenti risorse pubbliche senza fornire quella rapida decarbonizzazione di cui abbiamo bisogno”. In ogni caso il team di ricerca sottolinea come le tecnologie a basse emissioni su scala ridotta non siano una soluzione universale: in alcune situazioni non esistono alternative, ad esempio per gli impianti industriali che producono ferro, acciaio e cemento.
“Non sono una panacea”, come rimarca il coautore Nuno Bento dell’University Institute di Lisbona, “ma in molti contesti superano le alternative su larga scala come mezzo per accelerare la transizione energetica”.
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