Le misure riguardanti la bolletta della luce inserite nel decreto porteranno ad una riduzione media della spesa per l’energia elettrica di un miliardo e mezzo di euro a regime
(Rinnovabili.it) – L’attesa è finita. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha finalmente presentato il pacchetto di misure per la competitività, il cosiddetto decreto Taglia Bollette. Il provvedimento legislativo, tanto chiacchierato in queste settimane dal settore delle rinnovabili per il timore di una nuova stangata, non si allontana da quanto finora circolato in rete. Come un nome chiaramente indicativo il decreto mira ad una riduzione media della spesa per l’energia elettrica di un miliardo e mezzo di euro a regime, sconto di cui beneficeranno per lo più le piccole e medie imprese (70% dei risparmi complessivi a favore di circa 700 mila soggetti). Il leit motiv che ha guidato lo studio del Mise è stato quello di ottenere una riduzione del caro bolletta attraverso una maggiore equità. In altre parole attraverso una puntuale rivisitazione di tutti gli elementi cardine del sistema elettrico italiano. “Vengono eliminati privilegi particolari che si erano accumulati nel tempo e che pesavano sulla collettività, vengono redistribuiti i costi sulla base dei consumi effettivi, vengono resi più severi i controlli sugli incentivi erogati agli operatori”, spiega il dicastero.
SPALMA INCENTIVI PER IL FOTOVOLTAICO “Revisione dei maxi incentivi al fotovoltaico”. Così la nota stampa del Ministero dello Sviluppo titola il capitolo dello Spalma Incentivi, chiaro segno, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della posizione governativa sugli aiuti alle fonti rinnovabili. Il decreto cerca di attenuare gli oltre 6 miliardi di euro l’anno erogati a favore dei grandi operatori fotovoltaici, introducendo la spalmatura delle tariffe su un periodo più lungo. Nel dettaglio, i proprietari di impianti in Conto Energia potranno decidere se optare a partire dal prossimo anno per un’erogazione in 24 anni anziché 20 (con contestuale sostegno creditizio) degli incentivi oppure per un’equivalente autoriduzione degli incentivi erogati su 20 anni. Come si è arrivati a questa misura dalle tante proposte presentate dalle associazioni di settore? Con “la stessa logica – risponde il MISE – che ha portato a far pagare di più chi ha ricevuto di più, ad esempio negli investimenti finanziari speculativi (la recente maggiorazione della ritenuta sulle plusvalenze realizzate in Borsa)”. Gli interventi toccheranno però soltanto gli impianti con una potenza superiore ai 200 kW, ovvero 8.600 soggetti (su un totale di 200.000 operatori) che percepiscono il 60% degli incentivi, mentre per i piccoli produttori fotovoltaici sono state previste agevolazioni e misure di liberalizzazione, tra cui l’introduzione di un modello unico per le comunicazioni, la riduzione dei documenti da presentare, la liberalizzazione degli impianti sui tetti di edifici non vincolati.
Il Decreto riporta anche le seguenti misure:
– Riduzione interrompibilità
– Attuazione spalmatura per rinnovabili non FV
– Adeguamento regole di mercato (in particolare introduzione prezzi negativi)
– Interventi contro abusi di potere di mercato
– Intensificazione controlli sui beneficiari degli incentivi
– Riduzione colli di bottiglia sulla rete e riduzioni impianti essenziali
– Regole più stringenti nella remunerazione delle reti elettriche nel nuovo periodo regolatorio
– Realizzazione infrastrutture strategiche
– Eliminazione sussidi centrali a olio
– Regole più stringenti nella remunerazione delle reti gas nel nuovo periodo regolatorio.