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La transizione giusta protagonista del Sustainability Day Acea 2021

Il capitale economico cresce in modo sostenibile solo se va a braccetto con quello ambientale, sociale e cognitivo. La chiave per il successo sostenibile? Mettere al centro le persone. L’ad di Acea Giuseppe Gola: “Le sfide poste dalla transizione ecologica richiedono una risposta comune”

Acea Sustainability Day
L’AD di Acea, Giuseppe Gola, al Sustainability Day

La 3° edizione del Sustainability Day Acea 2021 si è tenuta a La Lanterna Rome

(Rinnovabili.it) – La transizione impostata con il Pnrr deve “ricomporre la nostra esperienza di comunità”, ed è possibile farlo solo se integriamo la produttività “con componenti di salute, economico-finanziarie, sociali, emotive”. Includere la diversità e potenziare la resilienza sono “parametri necessari nella co-generazione della ripartenza” post-Covid. Con queste parole la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha aperto il Sustainability Day Acea 2021, fissando le coordinate fondamentali della transizione ecologica dell’Italia.

Transizione giusta, il tema al centro del Sustainability Day Acea 2021

Ricomporre l’esperienza di comunità significa anche, e forse soprattutto, mettere le persone al centro della transizione. Ed è questo lo sfondo su cui si è mosso il Sustainability Day Acea 2021, l’appuntamento della multiutility dedicato al tema della transizione equa e sostenibile. Giunto alla 3° edizione, l’evento si è svolto oggi, 26 novembre, a La Lanterna Rome firmata dall’archistar Massimiliano Fuksas.

È ormai chiaro a tutti, addetti ai lavori e non, che la transizione non sarà un pranzo di gala. A ottobre il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica per il 4° mese di fila ha fatto segnare il nuovo record assoluto con oltre 217 euro/MWh, un aumento del 37% su settembre e del 339% sul 2020. C’è il rischio che a lievitare siano anche i numeri della povertà energetica. Eurostat ci dice che nel 2019 l’11% degli italiani era in una condizione di povertà energetica, più del 2018 quando erano 2,3 milioni di famiglie.  

Sono alcune delle ragioni per cui la transizione, per potersi chiamare sostenibile, dovrà essere prima di tutto una transizione giusta. Come riusciremo a non lasciare indietro nessuno? Quali sono le priorità per coniugare gli aspetti ecologici con quelli sociali ed economici? In che modo raggiungere la neutralità climatica con interventi capaci di generare un impatto positivo con ricadute su tutto il sistema-Paese?

Sostenibilità e pandemia: un hub vaccinale per Roma

Queste domande trovano una risposta molto articolata nel rapporto di The European House – Ambrosetti che passa allo scanner Acea e la sua performance di sostenibilità, presentato al Sustainability Day Acea 2021. Una performance che passa da “servizi più efficienti, migliore qualità della vita grazie a investimenti in ambito smart city, modelli di economia circolare, sostegno alla mobilità a zero emissioni, generazione di valore con ricadute economiche, sociali, ambientali per i territori”, sintetizza l’ad di Acea Giuseppe Gola dal palco del Sustainability Day Acea 2021. “Le sfide poste dalla transizione ecologica richiedono una risposta comune per mettere in campo iniziative ispirate ai più moderni paradigmi dello sviluppo sostenibile, attente non solo all’ambiente ma anche all’impatto sociale”, puntualizza.

Forse l’esempio più lampante di come Acea ha scelto di mettere al centro le persone per non lasciare nessuno indietro è la creazione di un centro vaccinale contro il Covid-19. “Nel momento clou della campagna vaccinale, a maggio 2021, siamo stati la prima azienda italiana mettere a disposizione un hub completamente gestito da noi ma inserito nel sistema di prenotazione regionale”, illustra Gola. “A oggi siamo a quasi 90mila somministrazioni, nell’ultimissimo periodo di siamo saliti di nuovo a circa 1000 al giorno”.

Fiore all’occhiello della valorizzazione del capitale sociale, l’iniziativa di Acea si affianca a un tasso di creazione di occupazione che dal 2016 a oggi cresce 3 volte di più di quello delle aziende comparabili con la multiutility. Con un occhio a giovani e turnover: “Nel 2020 il 36% degli assunti è under 30, numero più che raddoppiato in 5 anni e questo permette un ricambio generazionale”, specifica Stefano Songini, Responsabile Investor Relations & Sustainability Acea. Occupazione che diventa più “pagante” da tutti i punti di vista grazie alle attività per rafforzare il capitale cognitivo: l’80% dei dipendenti nel 2020 ha fatto della formazione e al di là del perimetro dell’azienda Acea ha avviato sperimentazioni con 60 imprese, di cui 50 tra startup e Pmi, con un tasso di conversione verso l’industrializzazione del 25%.

Un processo di transizione, questo, accompagnato da cambiamenti strutturali anche a livello di governance e di come misurare i risultati. La metrica oggi è quella che persegue il successo sostenibile: l’obiettivo del CdA è la creazione di valore nel lungo termine tenendo conto degli altri stakeholder rilevanti per la società. Questa è la guida per la nostra azione”, chiosa Gabriella Chiellino, Membro del CdA e Presidente Comitato Etica e Sostenibilità Acea.

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Generare valore distribuito

L’analisi di TEH – Ambrosetti mostra molto bene come la dimensione economica e quella ambientale e climatica siano sempre più intrecciate in Acea. Nel 2020 il 68% dell’elettricità prodotta arrivava da fonti rinnovabili, un volume pari a un anno di consumi domestici della Basilicata o al consumo annuale di 420mila EV. Con un risparmio stimato di 210mila t di CO2. E sono ormai 15mila i prosumer nella rete Acea che allargano l’orizzonte della generazione distribuita.

E sul fronte efficienza energetica, l’apporto di Acea passa dallo smart metering, con un piano di sostituzione dei contatori con misuratori elettronici 2G al 2024 che tocca 1,3 mln di pezzi, aiutando l’Italia a restare 1° paese al mondo per numero di smart meter elettrici in servizio. Sul fronte dell’acqua l’azienda è 1° per investimenti in Italia con 476 mln nel 2020, 80 euro per abitante. Con risultati concreti: a Roma, prima città per volume idrico, le perdite nella rete Acea sono scese dal 43% al 29% fra 2017 e 2020.

Investimenti che, nel complesso, sono cresciuti di oltre il 14% in 5 anni (900 mln), mentre nello stesso periodo l’industria italiana li ha ridotti. Un dato superiore anche a quello delle top 100 utilities nazionali che è fermo all’8%. Crescita che si riflette nel valore aggiunto generato (+6,3%), di cui beneficiano grandi fornitori ma anche PMI. Dei 3.000 totali, queste ultime sono l’85% e ricevono più della metà del volume di ordini, che ammontano nel 2020 a 1,6 mld in tutto. “Per ogni euro di valore generato direttamente, ne generiamo 2,2 in modo indiretto”, sottolinea l’ad Gola.

Progetti sostenibili, la chiave è l’innovazione

Dietro questi numeri ci sono progetti che spingono l’acceleratore dell’innovazione. Come il primo processo di riciclo chimico in Italia, che vedrà la luce a giugno a Castelplanio vicino ad Ancona. Un progetto per ottenere metanolo dalla plastica non più riciclabile o selezionabile (plasmix) con la tecnologia Gasiforming, chiudendo il cerchio in modo innovativo rispetto al semplice recupero di energia, cioè consentendo il recupero di materia anche in questo ambito.

Metanolo di cui l’Italia importa oggi, ogni anno, 600mila t prodotto da fonti non rinnovabili. Quello sostenibile potrà essere impiegato come carrier dell’idrogeno, o come materia prima seconda per nuove materie plastiche. Il processo “non produce scorie, non produce emissioni ed evita anche logistica del rifiuto dei grandi impianti”, chiosa Giovanni Vivarelli, Presidente Acea Ambiente, intervenendo nel terzo panel del Sustainability Day Acea 2021.

Sostenibilità che passa anche da più sinergia industriale all’interno dell’azienda, condita dalla giusta dose di innovazione. È il caso del depuratore di Tor di Valle, a Roma sud, e dell’intreccio con il vicino impianto termoelettrico trasformato in sito di co-generazione termica. Qui Acea chiude il cerchio coltivando la simbiosi tra i due siti. Come? “Riducendo i rifiuti, valorizzandone una parte, recuperando la materia come le acque reflue, efficientando i consumi energetici di elettricità e calore, riducendo l’impatto di emissioni, odori e rumori”, riassume Claudio Cosentino, Presidente Acea Ato 2.

Il depuratore ha la potenzialità di produrre molto biogas e negli anni c’è stato un aumento dei fanghi trattati. Qui si innesta la dimensione circolare. “Il biogas della depurazione sarà incanalato verso la centrale e usato per produrre energia elettrica, sostituendolo al metano”, entra nel dettaglio Filippo Stefanelli, Presidente Esecutivo Acea Produzione. “Al depuratore restituiamo l’energia termica per essiccare i fanghi stessi e ridurne il volume. Così si chiude il cerchio”. Non solo: l’impianto è dotato di fotovoltaico con moduli bifacciali inseriti in una struttura che permette la raccolta dell’acqua piovana.

In collaborazione con Acea