Con lo scoppio della guerra in Ucraina i sussidi espliciti – gli sconti sul carburante – sono raddoppiati. Ma pesano solo per il 20% del totale. La maggior parte è costituita, come al solito, da cosiddetti sussidi impliciti, ovvero prezzi di carbone, petrolio e gas che non riflettono i veri impatti su clima, ambiente e salute
Secondo il FMI, i sussidi al carburante aiutano più le famiglie ricche di quelle povere
(Rinnovabili.it) – Nel 2022 i sussidi fossili hanno raggiunto la cifra record di 7mila miliardi di dollari: ogni minuto, l’industria dell’oil&gas riceve 13 milioni per continuare a inasprire la crisi climatica. Nonostante da anni gli stati promettano di tagliare questi sussidi, alla prova dei fatti vanno nella direzione opposta.
Anche se sappiamo da tempo che sono il fattore per eccellenza che tiene in vita lo sfruttamento delle fonti fossili e che non sono neppure utili per combattere le disuguaglianze nel breve termine. Anche l’anno scorso la maggior parte dei sussidi fossili è andata a beneficio delle famiglie più ricche. Non solo. L’ammontare totale è pari al 7% del PIL globale, cioè quasi il doppio di quanto spendiamo per l’educazione.
Nel 2022 raddoppiati i sussidi fossili diretti
A scriverlo è il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nell’ultimo aggiornamento dei dati sulla situazione dei sussidi a carbon, petrolio e gas nel mondo. Il 2022 è un anno fortemente condizionato dallo scoppio della guerra in Ucraina. I sussidi fossili diretti, ad esempio quelli forniti nella forma di tagli alle accise sui carburanti, sono raddoppiati. Ma costituiscono comunque una quota minoritaria del totale, appena il 20%.
Il grosso è composto dai sussidi impliciti. Di cosa si tratta? Di uno “sconto” sul costo reale delle fossili sull’ambiente, il clima, la salute. Senza conteggiare questi effetti – cioè facendoli pagare ad altri – le fossili continuano a restare convenienti. “La nostra analisi mostra che lo scorso anno i consumatori non hanno pagato più di 5mila miliardi di dollari di costi ambientali”, calcola il FMI. Ma il conteggio potrebbe addirittura raddoppiare se si prende a riferimento un nuovo metodo di calcolo proposto da un recente articolo scientifico pubblicato su Nature, sottolinea l’organizzazione.
Secondo il FMI, “l’eliminazione dei sussidi espliciti e impliciti ai combustibili fossili eviterebbe 1,6 milioni di morti premature ogni anno, aumenterebbe le entrate pubbliche di 4.400 miliardi di dollari e rimetterebbe le emissioni sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riscaldamento globale. Ridistribuirebbe anche il reddito poiché i sussidi per il carburante avvantaggiano più le famiglie ricche che quelle povere”.