L’analisi di Ocse e Iea sui sussidi fossili delle 51 economie maggiori
(Rinnovabili.it) – Quasi 700 miliardi di dollari. Il doppio rispetto all’anno prima. È la cifra spesa nel 2021dalle 51 maggiori economie mondiali per i sussidi fossili. A dispetto delle promesse fatte al G7, al G20 e alla COP26 (anche dall’Italia), il supporto per petrolio, carbone e gas non solo non diminuisce: cresce con una curva preoccupante.
La fotografia che emerge dal monitoraggio Ocse e Iea registra una nuova inversione a U nel lento percorso di addio ai sussidi fossili. Con il supporto garantito nel 2021, i 51 paesi analizzati – che insieme rappresentano l’85% della fornitura mondiale di energia – tornano ai livelli del lontano 2010. Soprattutto, finisce il calo registrato fra 2018 e 2020, quando i sussidi erano stati praticamente dimezzati.
Nel dettaglio, i sussidi al greggio passano da 196 a 302 miliardi di dollari (+154%), quelli per il gas da 67 a 166 (+247%), il sostegno all’elettricità da 79 a 209 (+264%). In controtendenza solo il carbone, che scende da 20,6 a 19,2 miliardi (-7%).
G20, sui sussidi fossili solo promesse mancate
Male il G20, che va in direzione opposta al phase out. Fra trasferimenti di bilancio e agevolazioni fiscali legate alla produzione e all’uso di carbone, petrolio, gas e altri prodotti petroliferi, i sussidi fossili nelle prime 20 economie mondiali sono lievitati da 147 a 190 mld in 12 mesi.
“Il sostegno ai produttori ha raggiunto livelli mai visti prima nelle attività di monitoraggio dell’Ocse, pari a 64 miliardi di dollari nel 2021, con un aumento di quasi il 50% rispetto all’anno precedente e del 17% rispetto ai livelli del 2019”, spiegano Ocse e Iea. “Questi sussidi hanno in parte compensato le perdite subite dai produttori a causa dei controlli sui prezzi interni, in seguito all’impennata dei prezzi energetici globali alla fine del 2021. La stima del sostegno ai consumatori ha raggiunto i 115 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 93 miliardi di dollari del 2020”.
E le prospettive per il 2022 sono tutt’altro che rosee. Il raddoppio dei sussidi fossili, infatti, riflette solo i primi mesi di crisi energetica, ma non ancora l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina sul panorama energetico globale. “Si prevede che i sussidi al consumo aumenteranno ulteriormente nel 2022 a causa dell’aumento dei prezzi dei carburanti e del consumo di energia”, anticipa l’analisi.