Rinnovabili • Sussidi ambientalmente dannosi: cosa prevede la legge di bilancio 2025

Legge di Bilancio 2025, tagli ai sussidi ambientalmente dannosi per auto e rifiuti

Più care in busta paga le auto aziendali a benzina e diesel, vantaggi per le elettriche e ibride plugin. Aumento dell’Iva dal 10 al 22% per il conferimento in discarica e l’incenerimento senza recupero efficiente di energia

Sussidi ambientalmente dannosi: cosa prevede la legge di bilancio 2025
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Fiscalità delle auto aziendali e smaltimento inefficiente dei rifiuti. Sono questi i due ambiti su cui fa leva la legge di bilancio per tagliare i sussidi ambientalmente dannosi (Sad), in linea con gli impegni internazionali. Resta invece fuori dalla manovra l’allineamento delle accise di diesel e benzina, che viene invece regolato con il decreto legislativo accise approvato in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre in via provvisoria.

Sussidi ambientalmente dannosi: i numeri dell’Italia

Secondo un rapporto di Legambiente, l’Italia nel 2022 ha speso quasi 95 miliardi di euro in sussidi ambientalmente dannosi. Più del doppio dell’anno precedente in termini di volumi (+53 miliardi) e un aumento del 50% delle voci di Sad (+46), in totale 121. Il balzo in avanti è legato alla crisi energetica e alle misure governative per fronteggiarla. Ma, anche al netto di questo episodio, il Belpaese non sta tagliando i Sad. Negli ultimi 12 anni la spesa arriva a 308,9 miliardi.

Una parte importante di questi sussidi è rappresentata dalla modulazione della fiscalità sulle auto aziendali. Secondo uno studio pubblicato pochi giorni fa da Transport & Environment, l’Italia è la peggiore in Europa per sussidi fossili alle auto aziendali. Tra tassazione dei benefit in kind, ammortamento del costo dei veicoli, detrazioni IVA e carte carburante, Roma elargisce ogni anno 16,4 miliardi.

La Manovra 2025 presenta un articolo dedicato ai sussidi ambientalmente dannosi. Si tratta dell’articolo 7, denominato “Misure per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi”, sotto il Capo II “Misure in materia fiscale”. Si compone di 2 commi.

Fiscalità auto aziendali: i fringe benefit auto 2025

Il primo comma rende più care in busta paga le auto aziendali a benzina e diesel. E introduce dei vantaggi per le imprese che puntano su auto elettriche e ibride.

Nello specifico, la legge di bilancio 2025 interviene con una modifica dell’articolo 51, comma 4, del Testo unico delle imposte sui redditi. Quel provvedimento determina il peso delle auto e moto aziendali nella formazione del reddito per i lavoratori dipendenti.

Attualmente, il sistema prevede una percentuale crescente dal 25% al 60% dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali elaborate dall’Automobile club d’Italia, al netto dell’ammontare eventualmente trattenuto al dipendente. Le percentuali crescono con l’aumentare del tenore emissivo dei mezzi aziendali, con i seguenti valori:

  • sotto i 60 gCO2/km (ovvero le auto elettriche e ibride): il 25%;
  • tra 60 e 160 gCO2/km: 30%;
  • tra 160 e 190 gCO2/km: 50%;
  • oltre 190 gCO2/km: 60%.

La Manovra 2025 taglia i sussidi ambientalmente dannosi rimodulando la fiscalità sui fringe benefit auto 2025. Sono previsti soltanto tre scaglioni:

  • 50% per qualsiasi mezzo;
  • 10% per i mezzi con trazione esclusivamente elettrica a batteria;
  • 20% per i veicoli elettrici ibridi plugin.

Le nuove disposizioni si applicano ai contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2025.

Penalità per discariche e incenerimento senza recupero di energia

Il comma 2 interviene sulla fiscalità di alcune fattispecie di rifiuti. Nello specifico, aumenta al 22% l’Iva sulle prestazioni di smaltimento dei rifiuti qualora avvengano mediante conferimento in discarica o mediante incenerimento senza recupero efficiente di energia. Finora, questi ambiti avevano un’imposta al 10%.

L’aumento dell’Iva, spiega la relazione illustrativa che accompagna il testo della Manovra 2025, “risponde alla finalità di eliminare un sussidio ambientale dannoso (SAD) in contrasto con il principio dell’economia circolare, in coerenza con il disposto delle direttive unionali in tema di economia circolare, a mente delle quali lo smaltimento in discarica dovrebbe costituire una opzione residuale”.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili.it dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.