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In 2 anni, i sussidi ambientalmente dannosi sono cresciuti del 44%

Sussidi ambientalmente dannosi: ora sono 2.600 miliardi di dollari l’anno
Foto di Beth Jnr su Unsplash

La mappa aggiornata dei sussidi ambientalmente dannosi

In appena 2 anni i sussidi ambientalmente dannosi (SAD) a livello globale sono passati da circa 1.800 ad almeno 2.680 miliardi di dollari. Un aumento che sfiora il 50%. Dietro il boom c’è soprattutto la guerra in Ucraina e le politiche di sostegno energetico adottate da molti governi. Ma non basta il conflitto per spiegare perché questi sussidi, spalmati su diversi ambiti, continuano a crescere invece di calare.

In tutto, questo oceano di denaro pubblico rappresenta il 2,5% del pil mondiale. Ma è comunque una stima al ribasso. Tracciare con precisione i flussi di sussidi ambientalmente dannosi “resta una sfida”, mancano spesso “i dati più basilari necessari”, e la cifra finale sottostima “drasticamente” il volume reale di SAD.

Tutti i dati aggiornati sui SAD a livello globale

È il quadro della situazione presentato da Earth Track nell’aggiornamento del 1° rapporto dedicato ai SAD, apparso 2 anni fa. Gli autori, due dei massimi esperti mondiali sull’argomento, hanno provato a migliorare la granularità della stima inglobando anche dati da nuovi ambiti. Nei 2.680 miliardi di dollari finali rientrano, così, nuovi settori prima non presi in dovuta considerazione. Tra cui il comparto minerario, i biocombustibili, parte dei settori trasporti ed edilizia prima non coperte, e il settore della plastica.

Nel complesso, il settore economico che racimola più sussidi ambientalmente dannosi è, ovviamente, quello della produzione di combustibili fossili con 1.050 mld $. Che registra l’aumento maggiore, anche se appare già in calo dopo il boom del 2022 (era arrivato a 1.500 mld $ l’anno). In ordine di rilevanza seguono poi agricoltura (610 mld $), acqua (380 mld $), trasporti (180 mld $), foreste (175 mld $), edilizia (150 mld $).

“Sebbene i sussidi agricoli totali siano aumentati in modo significativo rispetto agli anni passati, gran parte di questi erano di supporto ai consumatori, quindi non trattati come SAD né inclusi nella nostra stima. Il supporto totale è stato del 25% del valore aggiunto agricolo nei paesi OCSE nel periodo 2020-22, in calo rispetto a oltre il 42% per il periodo 2018-20”, sottolineano gli autori.

L’obiettivo della Cop15 sulla biodiversità è lontanissimo

Numeri e tendenze che non vanno in alcun modo nella direzione pattuita alla fine del 2022 durante la conferenza globale sulla biodiversità, la Cop15 di Kunming e Montreal. Il vertice aveva formalizzato, per la prima volta, l’impegno mondiale a ridurre ed eliminare i sussidi ambientalmente dannosi. In particolare, l’obiettivo 18 del Global Biodiversity Framework approvato alla COP15 prevede che entro il 2025 siano identificati tutti i SAD e che entro il 2030 vi sia una riduzione di almeno 500 miliardi di dollari l’anno, “a partire dagli incentivi più dannosi”.

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