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A chi serve il surplus energetico verde dell’Italia?

surplus energetico verde

 Italia pronta a cedere il proprio surplus energetico verde 2020 per abbassare le bollette dei cittadini

(Rinnovabili.it) – L’Italia ha raggiunto l’obiettivo UE sulle energie rinnovabili, fissato per il 2020, con diversi anni di anticipo. E oggi possiede un surplus energetico verde di circa 38 mila GWh, rispetto a tale target. Perché allora non “cederlo” a quei Paesi indietro sulla rispettiva tabella di decarbonizzazione? Si tratta di una possibilità contemplata dalla Direttiva 2009/28/CE, con cui l’UE ha lanciato il trasferimento statistico di energia da fonti rinnovabili.

Si tratta di uno degli strumenti voluti dalla Commissione europea per assicurare la buona riuscita del Piano clima-energia 20-20-20, il predecessore del pacchetto Energia pulita per tutti. Il funzionamento è abbastanza intuitivo: previo accordo fra le parti, una certa quantità di energia pulita viene tolta dalla contabilità nazionale di un determinato Paese e aggiunta ad un altro. Si tratta esclusivamente di una procedura statistica, senza nessun scambio effettivo, finalizzata al rafforzamento del Mercato Unico dell’energia. Ma permette agli Stati membri di essere pagati per la cessione del proprio surplus energetico verde.

Il primo accordo in tal senso è stato firmato solo nel 2017 quando il Lussemburgo ha acquistato una piccola quota green dalla Lituania. Tuttavia è probabile che oggi altri Paesi ricorrano tale strumento. Sebbene i dati a consuntivo del 2020 non siano ancora disponibili, le ultime stime comunitarie indicavano, infatti, ben 14 Stati membri ancora lontani dal proprio obiettivo nel 2019. 

L’avviso esplorativo dell’Italia

In questo contesto si inserisce l’avviso esplorativo pubblicato oggi dal Ministero della Transizione Ecologica italiano. L’atto cerca possibili controparti a cui cedere il surplus energetico verde nazionale. “Avendo l’Italia raggiunto il proprio obiettivo per l’anno 2020, può trasferire parte o tutto il proprio surplus di energia prodotta da fonti rinnovabili ad altri Stati membri”, si legge nell’avviso. “Laddove la manifestazione venga valutata positivamente, anche secondo il criterio del migliore vantaggio economico, si procederà con la stesura di un accordo intergovernativo tra le parti in conformità alla normativa europea e nazionale richiamata”.

I proventi derivanti dal trasferimento statistico sono attributi direttamente alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA) e sono destinati – secondo modalità stabilite dall’Autorità di Regolazione per l’energia reti e ambiente sulla base di indirizzi adottati da questa Amministrazione – alla riduzione degli oneri generali di sistema relativi al sostegno delle fonti rinnovabili ed alla ricerca di sistema elettrico, ovvero ad altre finalità connesse agli obiettivi clima/energia italiani per il 2020 e 2030 eventualmente concordati con lo Stato membro o regioni dell’Unione europea destinatari del trasferimento statistico”.

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