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G7 spaccato: c’è chi vuole prolungare il supporto alle fossili

GNL carbon neutral: pronto il framework globale, include le emissioni Scope 3
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Nella bozza di comunicato finale resta ancora il supporto alle fossili

(Rinnovabili.it) – Il Giappone ci riprova. Dopo il no più o meno compatto ai nuovi investimenti nell’upstream di gas e gnl, Tokyo prova a inserire comunque questa fonte fossile nel comunicato finale del G7 Ambiente e Energia che inizia domani, 5 aprile, a Sapporo. Inquadrando il supporto alle fossili nel contesto della transizione.

Cosa chiede il Giappone sul gas

Inizialmente, il Giappone aveva provato a far passare l’idea che visto che “la domanda di Gnl continuerà a crescere” sono necessari “investimenti nell’upstream per Gnl e gas naturale”. Molti altri paesi del G7, Francia, Germania e Italia in testa, hanno risposto con un secco “no”. Così gli sherpa nipponici hanno prodotto una seconda versione del testo. In cui gli investimenti nel gas, visto il gap tra domanda e offerta, sono necessari per “colmare il divario in modo coerente con i nostri obiettivi e impegni in materia di clima”.

A sorpresa la posizione del Giappone ha guadagnato anche la sponda dell’Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia che parteciperà al meeting di Sapporo. Con un’inversione a U rispetto alle dichiarazioni degli ultimi 3 anni, l’Iea ha infatti sostenuto che investimenti nell’upstream del gas sono “ancora necessari” per supplire al declino della produzione nei giacimenti più datati. Benché continui a riconoscere che la domanda di gas sia destinata a declinare nel medio-lungo termine.

L’Ue: basta supporto alle fossili (anche mascherato)

Dall’altro lato della barricata, la pattuglia di paesi contrari a rinnovare il supporto alle fossili ha una controproposta radicalmente diversa: in questo vertice ci si dovrebbe formalmente impegnare a “uscire completamente dalle fossili”. Ovvero, l’obiettivo che l’Ue si è proposta di perseguire a dicembre alla Cop28 di Dubai. Inserire questa frase al G7 consentirebbe di portarla già consolidata al G20 e, da lì, negli Emirati Arabi Uniti quest’inverno.

Ugualmente difficili sono i negoziati su un altro capitolo, quello dell’idrogeno e dell’ammoniaca. Vettori che sono al centro della strategia nazionale giapponese per la transizione, ma che possono essere un veicolo per prolungare la vita delle fossili più che uno strumento efficace per mitigare il cambiamento climatico. Mentre su un altro dossier il consenso c’è già: quello delle materie prime critiche, su cui il G7 si dovrebbe impegnare con un Piano d’Azione comune sia per calcolare domanda e offerta di cobalto, litio, nickel e altri minerati cruciali per la transizione, sia per accelerare sul versante del riciclo.

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