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La Strategia UE per le sostanze chimiche promette un salto di qualità

Strategia UE per le sostanze chimiche: le premesse sono buone
Fonte: EC – Audiovisual Service

Anche pesticidi, PFAS e EDC nella Strategia UE per le sostanze chimiche

(Rinnovabili.it) – Se i fatti seguiranno alle promesse, la nuova Strategia UE per le sostanze chimiche porterà una ventata di cambiamento nei palazzi di Bruxelles. E soprattutto nelle stanze dove negli ultimi anni i lobbisti dell’industria chimica hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Frenando l’adozione di standard elevati. Promuovendo un linguaggio ambiguo nelle decisioni che lasciava scappatoie. Intoppi che hanno innescato spesso uno scaricabarile inconcludente: i comitati scaricano il peso della decisione sugli Stati, questi sulla Commissione, l’esecutivo UE di nuovo sui comitati che prendono tempo e commissionano nuovi studi.

“Effetti combinati e cumulativi” e attenzione a pesticidi e PFAS

La nuova Strategia UE per le sostanze chimiche, pubblicata ieri, fa un passo in avanti importante. Un cambio di impostazione. Per la prima volta guarda alle sostanze chimiche dalla prospettiva dei loro effetti combinati e cumulativi. E non soltanto valutando l’impatto che una singola molecola o prodotto ha sull’ambiente e sulla salute umana.

Era una richiesta avanzata con forza, e da tempo, dal mondo dell’attivismo. In questo modo la nocività delle sostanze può essere fotografata in modo più accurato, e con tutta probabilità questo spingerà verso il basso l’asticella della tolleranza a determinate sostanze chimiche e soprattutto a certi cocktail di prodotti.

Secondo punto importante della Strategia UE per le sostanze chimiche è la menzione dei pesticidi. Anche queste sostanze rientreranno nel monitoraggio e nei processi di valutazione. “Gli studi sul biomonitoraggio umano nell’UE indicano un numero crescente di diverse sostanze chimiche pericolose nel sangue e nei tessuti del corpo umano, inclusi alcuni pesticidi e biocidi”, si legge nella strategia.

Nel piano entrano anche i PFAS. I PFAS (o sostanze perfluoroalchiliche) sono una famiglia di molecole organiche usate fin dagli anni ’50 in numerosissime applicazioni industriali e prodotti di largo consumo. Si va dai detergenti agli insetticidi, dalle vernici all’abbigliamento, dalle schiume antincendio ai rivestimenti dei contenitori alimentari. A causa della loro eccezionale stabilità chimica, queste sostanze possono persistere nell’ambiente per lunghi periodi di tempo. A risentirne sono soprattutto gli organismi viventi, uomo compreso. Se ingeriti, infatti, i PFAS non vengono metabolizzati dall’organismo, ma si accumulano negli organi, provocando alterazioni importanti.

Nel piano anche gli interferenti endocrini

L’UE sembra poi aver finalmente deciso di fare chiarezza sugli interferenti endocrini (EDC, endocrine-disrupting chemicals). Gli interferenti endocrini sono sostanze o molecole chimiche dannose per la salute che agiscono sugli ormoni e sul sistema endocrino, degli uomini come degli animali. Sono presenti in diversi prodotti commerciali come ad esempio pesticidi, additivi alimentari, cosmetici. Per anni l’UE ha fallito nel tentativo di darne una definizione univoca e di metterli al bando quando ritenuti dannosi.

La nuova Strategia li menziona esplicitamente in un allegato al piano. Che si basa su un processo di revisione dei regolamenti in vigore, durata due anni, che aveva l’obiettivo di capire cosa non ha funzionato finora nel processo decisionale. Trovare i “buchi” e capire come superare l’impasse, insomma. La soluzione trovata? La Strategia stabilirà un protocollo legalmente vincolante di identificazione dei pericoli degli interferenti endocrini, basato sulla definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). E lo applicherà a tutta la legislazione dell’UE.

Anche in questo caso è una svolta, potenzialmente. Perché la lotta in seno alle istituzioni UE si è svolta per anni sul filo delle definizioni. Per l’OMS è interferente endocrino quella sostanza che “altera le funzioni del sistema endocrino”. Mentre in sede UE la volontà è sempre stata di modificare questa definizione e chiedere che fosse necessario un “collegamento causale” tra gli effetti avversi sulla salute e il modo di azione endocrino della sostanza chimica. Ma per trovarlo servono prove scientifiche schiaccianti, difficili da ottenere. 

Tutte le misure della Strategia UE per le sostanze chimiche

Per le sostanze citate finora, l’approccio UE è di pianificare il loro phase out, più o meno gradualmente, a meno che non siano ritenute assolutamente essenziali per la società europea. E quindi non esistano delle alternative migliori per la salute umana e per l’ambiente. Ovviamente, la Strategia si integra con il Green Deal in più aspetti.

Innanzi tutto per l’accento sull’innovazione: l’obiettivo è spingere per una chimica verde e sostenibile, a 360 gradi. E poi perché il piano va  braccetto con l’orizzonte dello “zero inquinamento”, come ha ribadito il vice-presidente della Commissione europea con delega al Green Deal, Frans Timmermans: “La strategia per le sostanze chimiche è il primo passo verso l’ambizione europea di inquinamento zero. I prodotti chimici sono parte integrante della nostra vita quotidiana e ci consentono di sviluppare soluzioni innovative per rendere più verde la nostra economia. Ma dobbiamo assicurarci che le sostanze chimiche siano prodotte e utilizzate in modo tale da non danneggiare la salute umana e l’ambiente. È particolarmente importante smettere di usare le sostanze chimiche più dannose nei prodotti di consumo, dai giocattoli e prodotti per l’infanzia ai tessuti e ai materiali che entrano in contatto con il nostro cibo ”.

Ecco nel dettaglio le azioni previste dalla Strategia UE per le sostanze chimiche:

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