Nessun impegno vincolante è previsto nella Strategia europea sul metano
(Rinnovabili.it) – E’ un documento molto conservativo e poco in linea con le ambizioni di leadership climatica globale. Con diverse buone intenzioni ma pochi punti concreti. La Strategia europea sul metano pubblicata oggi dalla Commissione UE poteva essere un vero punto di svolta. In positivo. Poteva fare da traino per una serie di politiche settoriali da adottare nei prossimi anni. Non è nulla di tutto ciò. Almeno per il momento.
Ci sono certamente margini per migliorarla in molte delle sue componenti. Ma un testo più ambizioso avrebbe lanciato ben altro segnale di volontà politica, che invece si mostra a intermittenza. Lo dimostra l’approssimazione con cui l’esecutivo UE ha provato a dribblare in extremis le critiche mosse negli ultimi mesi da investitori, attivisti climatici e società civile. Solo due giorni fa era trapelata l’ultima bozza della Strategia europea sul metano. A confronto, il documento definitivo pubblicato oggi ha due novità di rilievo.
Arrivano standard vincolanti, anzi no
La prima novità è che compaiono gli standard vincolanti. Ma prima di introdurli ci sarà una lunga fase di confronto con i partner internazionali. Solo se non si trova una quadra con loro l’UE agirà in modo unilaterale. “La Commissione prenderà in considerazione obiettivi di riduzione delle emissioni di metano, standard o altri incentivi per l’energia fossile consumata e importata nell’UE in assenza di impegni significativi da parte dei partner internazionali”, si legge nella Strategia. Tradotto: la via maestra è mettersi d’accordo con i paesi fornitori, trovare un modo perché si lavori insieme alla riduzione delle emissioni di metano.
A prima vista è un passo avanti importante. Infatti la bozza precedente non conteneva nessun limite vincolante. Ma la versione adottata sembra una soluzione di ripiego. Bruxelles si nasconde dietro il santino del multilateralismo (gli accordi con i partner internazionali) per non mettere nero su bianco un obiettivo europeo con cifre e date precise.
“I settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti hanno tutti un ruolo da svolgere, ma l’energia è il settore in cui le emissioni possono essere ridotte più rapidamente al minor costo” commenta la Commissaria per l’Energia Kadri Simson. “L’Europa aprirà la strada ma non possiamo muoverci da soli. Dobbiamo collaborare con i partner internazionali per far fronte alle emissioni di metano dell’energia che importiamo”.
Eppure il tema è centrale per la credibilità delle politiche climatiche europee. Attualmente infatti non esiste nessuna norma che controlli le perdite di metano durante la produzione, il trattamento o il trasporto. Pertanto queste emissioni non sono visualizzate nel conteggio dei gas a effetto serra collegati al comparto energetico, né sono incluse negli obiettivi climatici UE. Un vero e proprio punto cieco delle politiche UE. Tanto più che il metano ha un potere climalterante 84 volte superiore a quello della CO2 nei primi due decenni di permanenza in atmosfera.
L’agricoltura c’è e non c’è
La seconda novità contenuta nella Strategia europea sul metano è il capitolo sulle emissioni di metano derivanti dalle attività agricole. Nell’ultima bozza non era assolutamente presente. Un controsenso, visto che in Europa il 53% delle emissioni di metano antropogeniche (cioè causate da attività umane) vengono proprio dall’agricoltura. La quota più grande. Mentre il 26% viene dai rifiuti e “solo” il 19% dall’energia. Fatto che aveva sollevato molte critiche anche dagli eurodeputati dei Verdi.
Cosa prevede il piano presentato a Bruxelles? Pochi impegni, e molto generici. Che si possono riassumere in due passaggi: ottenere dati migliori con un monitoraggio più preciso e ragionato; spingere sull’innovazione tecnologica per mitigare le emissioni. Una strategia traballante a dir poco. Che non delinea nessun vero passo in avanti. E conferma i sospetti, come anticipato da Margherita Tolotto, senior policy officer dell’European Environmental Bureau in un intervento apparso oggi su Euractiv: “Perché la Commissione ignora deliberatamente il metano agricolo anche se questo rappresenta oltre la metà di tutte le emissioni di metano? Perché è un lavoro difficile con una forte opposizione da parte della grande lobby dell’agricoltura industriale”.
Le azioni proposte da Bruxelles rispecchiano la narrativa alimentata in questi anni. Cioè la mancanza di dati affidabili sulla cui base prendere delle decisioni concrete, imporre azioni vincolanti e obiettivi ben definiti per i tagli alle emissioni del settore. Eppure, fa notare sempre Tolotto, questa posizione è un controsenso. Perché i dati sulle emissioni (anche quelle di metano) vengono da rilevazioni la cui metodologia dipende dalla direttiva NEC (la direttiva sui massimali di emissione per paese).
Insomma, in questo ambito la Strategia europea sul metano è un’occasione mancata per moltiplicare l’impatto della Farm To Fork (il pilastro del Green Deal dedicato alle filiere alimentari) e per incidere sulla nuova PAC (la politica agricola comune, che pesa per un terzo del budget comunitario).
Le misure della Strategia europea sul metano nel dettaglio
Migliorare la misurazione e la comunicazione delle emissioni di metano – Attualmente il livello di monitoraggio varia secondo i settori e gli Stati membri e nell’intera comunità internazionale. La Commissione sosterrà la creazione di un osservatorio internazionale delle emissioni di metano in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, la Coalizione per il clima e l’aria pulita e l’Agenzia internazionale per l’energia. Il programma satellitare Copernicus dell’UE migliorerà la sorveglianza e contribuirà a individuare i super emettitori mondiali e le principali perdite di metano.
Settore dell’energia – L’UE proporrà ai partner internazionali l’obbligo di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas e si valuterà l’opportunità di legiferare per vietare le pratiche di routine di combustione in torcia (flaring) e di rilascio in atmosfera (venting).
Settore dell’agricoltura – Migliore raccolta di dati e promozione di opportunità di riduzione delle emissioni con il sostegno della politica agricola comune (PAC). Condivisione delle best practices nelle tecnologie innovative di riduzione del metano, diete animali e gestione della riproduzione. Ricerca mirata sulla tecnologia, soluzioni basate sulla natura e cambiamenti alimentari. I rifiuti umani e agricoli organici non riciclabili possono essere usati per produrre biogas, biomateriali e prodotti biochimici.
Settore dei rifiuti – La Commissione valuterà l’opportunità di ulteriori azioni per migliorare la gestione dei gas di discarica, sfruttandone il potenziale di consumo energetico riducendo nel contempo le emissioni, e riesaminerà la legislazione pertinente sulle discariche nel 2024. Ridurre al minimo lo smaltimento dei rifiuti biodegradabili nelle discariche è fondamentale per evitare la formazione di metano. Valuterà la possibilità di proporre ulteriori ricerche sui rifiuti nelle tecnologie del biometano.