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UE: la Strategia Energie Rinnovabili Offshore punta a 340 GW marini

Strategia Energie Rinnovabili Offshore
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La strategia energie rinnovabili offshore stima un investimento di 800mld al 2050

(Rinnovabili.it) – Portare l’energia pulita in acqua per consolidare la ripresa economica e la propria posizione nella transizione ecologica. Questo l’obiettivo che sta dietro alla Strategy on Offshore Renewable Energy, la Strategia Energie rinnovabili offshore dell’Unione europea. L’esecutivo UE ha presentato stamane il documento attraverso gli interventi del vicepresidente per il Green Deal europeo, Frans Timmermans e della Commissaria per l’Energia, Kadri Simson. Di che si tratta? Del piano per indirizzare e sostenere la crescita delle principali tecnologie di produzione energetica “in acqua”. Si va dalle turbine eoliche in mare (fisse e galleggianti) al fotovoltaico flottante, dagli impianti per sfruttare correnti, onde e maree a quelli per trasformare le alghe in biocarburanti.

In questi ambiti i Ventisette possono contare sia un vantaggio tecnologico (con 12 GW di eolico offshore già installato e 13 MW di sistemi a moto ondoso) che uno geografico. L’Unione Europea possiede infatti più grande spazio marittimo del mondo. “La strategia odierna mostra l’urgenza e l’opportunità di aumentare i nostri investimenti nelle energie rinnovabili offshore. Con i nostri vasti bacini marittimi e la leadership industriale, l’Unione ha tutto il necessario per raccogliere la sfida”, ha commentato Timmermans. Il settore rappresenta “già una storia di successo” ma “il nostro obiettivo è trasformarlo in un’opportunità ancora maggiore”.  Gli fa eco Simson “Dobbiamo intensificare l’impegno, sfruttando tutto il potenziale dell’eolico e facendo avanzare più rapidamente altre tecnologie come quelle del moto ondoso del fotovoltaico galleggiante”.

Obiettivi e strumenti della Strategia Energie rinnovabili offshore

La valutazione d’impatto che accompagnava il 2030 Climate Target Plan prevedeva per il Vecchio Continente una capacità di 300 GW di eolico in mare entro il 2050; da integrare con circa 40 GW di energie oceaniche. Il nuovo programma mostra come raggiungere tale capacità.

L’investimento necessario per la diffusione su larga scala di queste tecnologie è stimato a quasi 800 miliardi di euro. Due terzi della somma finanzieranno l’infrastruttura di rete associata e un terzo gli impianti di generazione energetica. La maggior parte di questo denaro proverrà da investimenti privati. Ma la Strategia Energie rinnovabili offshore mira a fornire certezza agli investitori, riducendo il rischio mediante l’impiego mirato di finanziamenti pubblici. E creando un quadro normativo dedicato al settore, dal momento che la legislazione UE attuale non contempla le energie marine.

A tal fine sarà utile la futura revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato e la nuova direttiva sulle rinnovabili. Tra le idee proposte oggi c’è anche la creazione di una “offshore bidding-zone”, letteralmente una zona di offerta offshore, area geografica all’interno della quale gli operatori di mercato possono scambiarsi liberamente energia. Inoltre dovrebbe essere sviluppato un approccio comune ai requisiti di connessione per le reti in corrente continua ad alta tensione (HVDC), basato sull’esperienza nel Nord Bacino marino.

La Commissione UE assicurerà anche una catena di approvvigionamento rafforzata. La strategia Energie Rinnovabili Offshore sottolinea la necessità di migliorare la capacità produttiva e le infrastrutture portuali, aumentando la disponibilità di manodopera qualificata.

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