Al 2050, Parigi ipotizza una capacità annua di 20 Mt nella nuova strategia CCUS
Infrastrutture per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio del carbonio che danno priorità alle grandi zone industriali. Un potenziale annuale da raggiungere, entro il 2030 di 4-8,5 milioni di tonnellate (Mt). Un nuovo regime di aiuti basato sui Carbon Contracts for Difference (CCfD). Sono i pilastri della nuova strategia CCUS (Carbon Capture Utilisation and Storage) lanciata dalla Francia di recente.
La CCUS “non è una tecnologia per mantenere il “business as usual”: dovrebbe intervenire solo per le emissioni residue incomprimibili, in assenza di altre soluzioni di decarbonizzazione economicamente accessibili o come soluzione di transizione”, assicura Parigi nel presentare la sua strategia CCUS.
Che cosa prevede la strategia CCUS della Francia?
Come altri paesi – Italia inclusa – anche la Francia sta includendo la cattura, l’uso e lo stoccaggio del carbonio tra le soluzioni su cui puntare per arrivare a emissioni nette zero entro metà secolo. Nella versione definitiva del PNIEC 2024, inviata dall’Italia alla Commissione UE il 1° luglio scorso, il governo Meloni stima di poter catturare 4 Mt di CO2 l’anno entro il 2030, principalmente da grandi industrie, inceneritori e centrali a gas in pianura Padana e da alcuni poli industriali del centro-sud. E per il 2050 stima, anche se con grandi margini di incertezza, di poter incrementare la capacità annua a 20-40 Mt CO2.
Parigi prevede più o meno gli stessi volumi al 2030, ma è più conservativa sull’impiego della CCUS al 2050: per metà secolo, la capacità annua stimata oltralpe si ferma a 15-20 Mt. La priorità per lo sviluppo dell’infrastruttura necessaria, afferma la strategia CCUS francese, sarà data alle grandi zone industriali del paese. A partire dai poli portuali di Dunkerque (dove insiste il progetto di interesse comune europea D’Artagnan, che punta alla cattura di 3-4 Mt CO2 al 2030 e dovrebbe partire nel 2028), Le Havre e Fos-sur-Mer, in seconda battuta a quelli di Lacq/Sud-Ouest e Loire-Estuaire, e infine a quello del Grand Est.
Per realizzare l’infrastruttura a supporto della strategia, Parigi prevede un programma di sostegno tramite Contratti per Differenza (CCfD) aggiudicati tramite bandi di gara. L’obiettivo è sostenere progetti di decarbonizzazione industriale, in particolare a sostegno di progetti di cattura e sequestro del carbonio identificati entro una platea di 50 siti che, negli ultimi 2 anni, hanno contribuito alla stima del potenziale CCUS francese. Già tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2025, il governo vuole lanciare i primi test pilota per lo stoccaggio del carbonio in depositi geologici, individuati principalmente tra i giacimenti esauriti di idrocarburi.