Due rapporti fotografano lo stato di salute (in peggioramento) delle foreste in tutto il mondo. Nel 2022 persi 6,6 mln ettari di foreste. Tra il 1970 e il 2018 l’abbondanza delle specie che dipendono dagli ecosistemi forestali per la sopravvivenza si è ridotta del 79%
Nel 2021 la Cop26 ha promesso stop deforestazione globale entro il 2030
(Rinnovabili.it) – L’obiettivo di dire stop alla deforestazione globale entro il 2030 resta ancora una promessa vuota. Nel 2022, il tasso di distruzione delle foreste è cresciuto del 4% invece di scendere. In tutto il mondo le motoseghe hanno cancellato un’area grande 6,6 milioni di ettari, come Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna messe insieme. Lo ha calcolato il rapporto annuale Forest Declaration Assessment, curato da una decina di ong ambientaliste.
Dietrofront sullo stop alla deforestazione globale
Un bagno di realtà per stati e imprese private che nel 2021, alla Cop26 di Glasgow, avevano sottoscritto il patto per lo stop alla deforestazione globale entro fine decennio. In quell’anno la curva della deforestazione aveva iniziato a piegare verso il basso, anche se con un ritmo troppo lento per centrare l’obiettivo al 2030. L’anno scorso invece il trend si è addirittura invertito. “Le foreste del mondo sono in crisi. L’opportunità di fare progressi ci sta sfuggendo”, ha affermato Erin Matson, consulente senior del gruppo ambientalista Climate Focus.
Non è tutto. Il rapporto sottolinea che circa 2/3 della perdita di superficie forestale nel mondo, pari a 4,1 milioni di ettari, riguarda foreste primarie e di vecchia crescita. Ovvero, quegli ecosistemi che sono “non rimpiazzabili”, poiché supportano una maggiore biodiversità e sono più efficienti nel sequestro di CO2. Un dato, questo, che è del 33% più alto di quello ritenuto accettabile per non fallire l’obiettivo al 2030.
Meno biodiversità
La fotografia non rassicurante dello stato di salute delle foreste globali è confermata da un altro rapporto, curato dal WWF e pubblicato ieri. Tra il 1970 e il 2018, calcola l’associazione, l’abbondanza di specie che dipendono dagli ecosistemi forestali per la sopravvivenza si è ridotta del 79%. Tre i fattori che incidono di più: cambiamento climatico e moltiplicazione degli incendi, diritti negati alle popolazioni indigene, e sistemi finanziari e sussidi che favoriscono il danneggiamento delle foreste.
“Mancare i nostri obiettivi forestali significa rischi sempre maggiori per il nostro pianeta, ogni anno in cui falliamo, perché gli obiettivi diventano più difficili da raggiungere ogni anno che li deludiamo. I nostri risultati mostrano che i percorsi verso foreste protette, ripristinate e gestite in modo sostenibile sono noti: non abbiamo bisogno di nuovi obiettivi forestali, dobbiamo implementare quelli che abbiamo con elevata ambizione e responsabilità”, conclude Mary Gagen del WWF.