L’Ue prende sempre più seriamente l’ipotesi di uno stop al gas russo
(Rinnovabili.it) – Lo stop al gas russo porterebbe quasi a zero la crescita dell’UE. La sforbiciata al pil europeo sarebbe di 2,5 punti percentuali nel 2022 e di almeno 1 punto l’anno prossimo. Ma i numeri precisi dipendono da come andrà la guerra in Ucraina, ovviamente. Colpo duro anche per l’inflazione se Mosca chiude i rubinetti: salirebbe di 3 punti quest’anno e di 1 punto nel 2023.
Sono le proiezioni della Commissione europea, che per la prima volta in un documento ufficiale riporta delle stime sull’impatto di uno stop al gas russo totale. Ipotesi che a Bruxelles non è considerata solo “di scuola”, visto che il piano Repower Eu che sarà svelato domani sarà accompagnato dalla richiesta a tutti i paesi membri di prepararsi seriamente per “un’interruzione totale delle forniture di gas russo”, svela un’anticipazione di Euractiv.
Con che misure, resta ancora tutto da vedere. Due le ipotesi principali in ballo. La prima è un tetto europeo ai prezzi del gas, opzione che il ministro Cingolani sostiene con forza. Si tratterebbe di espandere a tutta l’Ue la misura presa da Spagna e Portogallo poche settimane fa. Ma ha un problema: promettendo un price cap in futuro, le aziende non comprerebbero il gas ora (a prezzi più alti), e quindi non riempirebbero in fretta gli stoccaggi come richiesto per non arrivare sguarniti alle porte dell’inverno. L’altra opzione è un “cartello degli importatori”, ventilata dal premier Draghi: far leva sul grande peso specifico dei Ventisette e ottenere dai mercati prezzi migliori.
Leggi anche Crisi energetica, l’Europa può dire addio al gas russo in 3 anni. E senza rimpiazzarlo
In numeri assoluti, cosa succede all’Ue con uno stop al gas russo? In quello che il commissario Gentiloni ha definito ieri “lo scenario grave”, la crescita economica dell’Ue quest’anno si fermerebbe appena allo 0,2%, con l’inflazione che balzerebbe oltre il 9%. Nel 2023 il Pil salirebbe solo dell’1,3%. Anche nello scenario di base l’Ue ha rivisto al ribasso tutte le stime: Pil al 2,7% quest’anno e al 2,3% nel 2023, contro il 4% e 2,7% previsti lo scorso febbraio, appena prima dell’invasione russa dell’Ucraina.
“Per l’Italia, le prospettive a breve termine rimangono modeste, poiché la guerra ha intaccato il sentimento economico e ha esacerbato gli ostacoli esistenti alla crescita”, ha spiegato Gentiloni. “Tuttavia, il Pil reale dovrebbe aumentare del 2,4% quest’anno. L’anno prossimo si prevede una crescita dell’1,9% nel 2023, sostenuta dagli investimenti finanziati dal Pnrr”.
Leggi anche Decreto Aiuti: semplificazioni FER, bonus retroattivi e rigassificatori