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Mossa anti-Gazprom dell’UE: solo operatori certificati per lo stoccaggio gas

Stoccaggio gas UE: riserve al 90% entro l’inverno e solo operatori certificati
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Il provvedimento sullo stoccaggio gas sarà presentato domani

(Rinnovabili.it) – Per operare nello stoccaggio gas in Europa servirà una certificazione rilasciata dagli Stati membri. È la proposta che la Commissione metterà sul tavolo domani insieme al pacchetto di nuove regole comunitarie per lo storage. Una contromisura per tutelare la sicurezza energetica del continente da player che possono agire in malafede, spiegano da Bruxelles pensando a un attore in particolare: Gazprom.

Riserve di gas piene al 90% prima dell’inverno

Il documento mette nero su bianco una parte delle misure a breve e medio termine con cui l’UE sta affrontando l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina. Quelle che riguardano lo stoccaggio gas. Come ampiamente annunciato, l’esecutivo europeo fissa l’obbligo per i Ventisette di arrivare alle soglie del prossimo inverno con le proprie riserve di gas piene al 90%.

“Il tasso di riempimento proposto del 90% è un livello necessario e appropriato per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento durante l’inverno in caso di gravi interruzioni della fornitura”, si legge nella proposta. La capacità di storage dei Ventisette equivale più o meno a ¼ dei volumi che si consumano durante un inverno medio. Diventa quindi essenziale come “cuscinetto” per dare resilienza al sistema nel caso in cui la Russia decida di chiudere i rubinetti proprio nel momento di massima domanda in Europa.

L’Italia su questo fronte si trova in posizione migliore di tanti altri. Sullo stoccaggio gas Roma parte da depositi pieni al 38,5%, la media UE è attorno al 30% e dovrebbe scendere al 18% ad aprile. Alcuni Stati però non possiedono capacità di storage. In questi casi, la Commissione prevede che questi ultimi si assicurino che gli operatori sul proprio mercato nazionale abbiano accordi con i player dello stoccaggio in paesi confinanti. L’obiettivo è garantirsi l’accesso a una capacità di trasporto transfrontaliero equivalente al 15% del consumo annuale di gas del paese.

Un certificato per operare nello stoccaggio gas

Un secondo provvedimento stabilisce che l’uso dello stoccaggio sarà incentivato permettendo di esentare gli operatori da tariffe di trasmissione nei punti di entrata o di uscita. La vera novità del provvedimento riguarda però le credenziali degli operatori dello stoccaggio gas in Europa. Per continuare le proprie attività, tutti i soggetti dovranno ricevere l’ok dagli Stati membri. I regolatori nazionali, si legge nel testo della proposta anticipato da Euractiv, “rifiutano la certificazione se è dimostrato che una persona che direttamente o indirettamente controlla o esercita qualsiasi diritto sul gestore del sistema di stoccaggio […] può mettere a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento energetico o gli interessi essenziali di sicurezza di qualsiasi Stato membro o dell’Unione”.

Tra le righe, Bruxelles pensa alla russa Gazprom. Che ha 8 depositi in Europa, sparsi in 5 paesi (4 in Germania, gli altri in Olanda, Austria, Repubblica Ceca e Serbia, unico paese non UE), e li controlla tramite il branch Gazprom Germany. La certificazione obbligatoria degli operatori dei sistemi di stoccaggio, spiega l’esecutivo UE, “assicurerà che i potenziali rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento derivanti dall’influenza sull’infrastruttura critica di stoccaggio possano essere esclusi”. Nei mesi che hanno preceduto l’attacco della Russia all’Ucraina, Gazprom ha tenuto lo stoccaggio di questi depositi a livelli molto bassi. Così facendo, finora ha influenzato solo i prezzi di mercato. Il prossimo inverno potrebbe regalare a Mosca una buona carta per ricattare l’UE sul dossier ucraino.

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