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Stoccaggi gas UE, sole e vento fanno evaporare il ricatto di Putin

Grazie a solare ed eolico, lo storage UE a fine inverno era al 57%. Senza il contributo delle rinnovabili sarebbe stato al 43%

Stoccaggi gas UE: sole e vento fanno evaporare il ricatto di Putin
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I dati del CREA sugli stoccaggi gas UE e il ruolo di fotovoltaico ed eolico

(Rinnovabili.it) – Se abbiamo passato l’ultimo inverno al caldo, senza interruzioni delle forniture di gas, e siamo ben piazzati per prepararci al prossimo, dipende anche dal contributo sostanzioso delle rinnovabili. Tra gennaio 2022 e marzo 2023, la generazione elettrica da solare ed eolico in Europa ha permesso di aumentare lo storage del 14%. Gli stoccaggi gas UE non sono mai stati così pieni e l’addio al gas russo sta procedendo senza troppi scossoni.

Risparmiati 14 bcm negli stoccaggi gas UE

Secondo i dati pubblicati dal CREA, nel solo 2022, l’aumento della generazione solare ed eolica ha permesso di risparmiare 14 miliardi di metri cubi (bcm) di gas, pari al 12% della capacità totale degli stoccaggi gas UE sotterranei in quell’anno.

Grazie a questa performance delle rinnovabili europee, alle porte dell’inverno i Ventisette si sono presentati con un livello di riempimento del 95%, molto superiore alla soglia di sicurezza stabilita a livello comunitario. Le rinnovabili, nel complesso, hanno generato 625 TWh nel 2022, il 22% del totale europeo, superando le fossili ferme al 20%.

La performance continua anche nel 2023. Nel primo trimestre, eolico e solare hanno generato il 32% più elettricità rispetto al gas. L’eolico da solo ha una quota di 141 TWh, maggiore di quella del gas (119 TWh). E anche scorporando i minori consumi dovuti alle temperature superiori alla norma durante l’inverno, il contributo delle rinnovabili è notevole. Alla fine della stagione termica, gli stoccaggi gas UE erano pieni al 57%, mentre senza sole e vento sarebbero stati al 43%.

Il ricatto di Putin evapora

Le prestazioni delle rinnovabili europee si possono apprezzare anche con il metro della dipendenza dalla Russia. Dipendenza che è in picchiata e non solo per la diversificazione delle fonti intrapresa dai paesi UE. Tutto ciò si traduce in meno entrate per il Cremlino. Nel 2022, secondo i dati del CREA, nonostante gli sforzi, l’Europa ha versato a Mosca 57 miliardi di euro per il gas via pipeline e 18 miliardi per quello via nave. Nel primo trimestre 2023 i numeri raccontano un crollo verticale: appena 5,1 miliardi di euro in tutto. Di questo passo, le entrate di Mosca a fine anno saranno 4 volte meno del 2022.