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Via i target obbligatori sugli stoccaggi gas UE, “fanno aumentare i prezzi”

Mentre si ragiona di estendere le regole attuali sulle scorte nazionali fino al 2027, alcuni paesi UE chiedono più flessibilità e target intermedi solo volontari

Stoccaggi gas: l’UE valuta l’ammorbidimento dei target obbligatori
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Le regole sulle scorte nazionali di gas fossile stanno falsando il mercato. A svantaggio dei paesi UE. Per questo alcuni paesi membri, tra cui Germania, Francia e Paesi Bassi, stanno spingendo per rendere più flessibili gli obiettivi vincolanti di riempimento degli stoccaggi gas fissati dall’Unione Europea.

Lo si apprende dalla bozza di un documento negoziale, circolato tra gli stati membri e visionato dall’agenzia Reuters, mentre sono in corso le discussioni su come modificare il Regolamento (UE) 2017/1938 sugli obiettivi di riempimento obbligatori e il meccanismo di solidarietà.

Stoccaggi gas più flessibili, la proposta per evitare distorsioni dei mercati

La bozza contiene la proposta di modificare il vincolo attuale, che impone di raggiungere il 90% della capacità di stoccaggio entro il 1° novembre di ogni anno. I proponenti suggeriscono, in alternativa, un intervallo temporale più ampio, spostando la scadenza tra il 1° ottobre e il 1° dicembre, con l’obiettivo di introdurre maggiore flessibilità nella gestione delle scorte.

Inoltre, il documento ipotizza la trasformazione dei target intermedi sugli stoccaggi gas, finora obbligatori (a febbraio, maggio, luglio e settembre), in obiettivi volontari, riducendo così la pressione sui mercati durante l’anno.

La preoccupazione condivisa da diversi governi è che le attuali regole, pur nate in un contesto emergenziale nel 2022 dopo la drastica riduzione delle forniture russe, oggi rischino di produrre effetti collaterali.

In particolare, l’obbligo di riempimento anticipato potrebbe inviare al mercato un segnale distorsivo, indicando ai fornitori che l’Europa è “costretta” ad acquistare grandi volumi di gas entro scadenze precise. Tutto ciò alimenterebbe speculazioni e aumenterebbe artificialmente i prezzi.

Proposta che circola mentre Bruxelles si sta orientando verso una proroga delle regole attuali almeno fino al 2027. Una proroga motivata dal permanere di un mercato instabile e dalla concorrenza internazionale per le forniture di GNL (gas naturale liquefatto), che espone i paesi UE a potenziali nuovi shock di prezzo.

La Commissione ha sottolineato che, nonostante la situazione sia migliorata rispetto al biennio più critico, il 2022-2023, l’Europa resta vulnerabile, soprattutto nel caso di un inverno rigido o di tensioni geopolitiche inattese.

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