Stato dell’Unione energetica 2023, a che punto siamo?
(Rinnovabili.it) – Mai come nell’ultimo anno direttive e regolamenti a sostegno del Green Deal Europeo hanno spaccato il Blocco. Gli scontri tra i Ventisette hanno reso lento e difficile il percorso d’approvazione di un gran numero di provvedimenti, rimettendo mano anche a testi già concordati tra i legislatori. Ma quando si tratta di rispondere alla crisi, l’Energy Union regge. A sostenerlo è lo Stato dell’Unione energetica 2023, il rapporto annuale pubblicato dalla Commissione europea che dal 2015 monitora i progressi comunitari in termini di sicurezza, integrazione del mercato, efficienza energetica, decarbonizzazione e innovazione e competitività.
La sicurezza energetica
Per l’Esecutivo UE il quadro che ne emerge è decisamente positivo e mostrerebbe la risposta collettiva dell’Unione Europea all’aggressione della Russia in Ucraina e all’utilizzo delle sue forniture energetiche come arma. “Il rapporto odierno sottolinea l’efficacia delle nostre azioni volte a diversificare i nostri approvvigionamenti energetici“, ha sottolineato Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo. “L’acquisto congiunto di gas ha svolto un ruolo importante e può rappresentare un modello per i futuri sforzi collettivi nella transizione verde“. Nel concreto i Ventisette ha eliminato gradualmente le importazioni di carbone da Mosca e ridotto quelle di petrolio del 90%; i flussi di gas russo, invece, sono passati dai 155 miliardi di metri cubi del 2021 a circa 40-45 miliardi di metri cubi di quest’anno.
Oggi, sempre sul fronte gas, la situazione appare più preparata ad una nuova possibile crisi invernale. Gli stoccaggi sono pieni per oltre il 98%, l’UE continua ad essere impegnata nella riduzione della domanda e la piattaforma energetica dell’UE ha organizzato tre round di acquisto congiunto di gas. Per la precisione ha raccolto 44,75 miliardi di metri cubi di domanda e abbinandoli a 52 miliardi di metri cubi di offerte di fornitura.
Le rinnovabili nell’Unione dell’Energia
Ma lo Stato dell’Unione energetica 2023 riporta buoni risultati anche in ambito delle energie rinnovabili. Nel 2022 il Blocco ha aggiunto una nuova capacità fotovoltaica da record: ben 41 GW, ovvero il 60% in più rispetto all’installato 2021. Nello stesso periodo le rinnovabili hanno generato il 39% dell’elettricità prodotta nei confini dell’Unione. E a maggio l’energia eolica e quella solare hanno superato per la prima volta i combustibili fossili nella produzione elettrica comunitaria.
“I risultati del rapporto mostrano che il piano REPowerEU sta dando risultati: la transizione verso l’energia pulita, la diversificazione e l’efficienza energetica sono le risposte per aumentare la nostra sicurezza energetica e raggiungere i nostri obiettivi Green Deal”, ha aggiunto la Commissaria all’Energia Kadri Simson.
Quello che lo Stato dell’Unione energetica 2023 non dice è, tuttavia, la difficoltà incontrata nel chiudere i nuovi provvedimenti su clima ed energia. Gli interessi nazionali rispetto alla politiche comunitarie si sono sempre fatti sentire, ma mai come nel 2022 hanno scombinato piani, rallentato gli iter legislativi, riaperto testi già concordati. Dalle difficoltà sulle riforma del mercato elettrico, a quelle incontrate nella RED III, dai capricci sui nuovi standard di riduzione delle emissioni per veicoli e furgoni a quelli sulla Direttiva Case Green. E l’ambizione verde che ha reso grande l’UE negli anni passati inizia a scricchiolare.