Un nuovo studio ad hoc sugli sport olimpici e le federazioni sportive internazionali della university of Exeter business school e del Global systems institute. Il risultato è che soltanto "quattro Federazioni hanno un qualche tipo di piano strategico sulla sostenibilità ambientale" e che "gli sport con uno stretto rapporto con la natura stanno facendo i maggiori progressi"
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Gli sport olimpici stanno facendo lenti progressi sulla sostenibilità ambientale. A dirlo un nuovo studio ad hoc sui Giochi 2021 dedicato alla maggior parte delle federazioni sportive internazionali per quest’estate: le azioni su clima e ambiente sono “minime o addirittura nulle”.
La ricerca della University of Exeter business school e del Global systems institute ha preso infatti in esame i progressi sulla sostenibilità ambientale compiuti da ciascuna delle 32 Federazioni internazionali riconosciute dalle Olimpiadi, in rappresentanza di 47 sport. Il risultato è che soltanto “quattro Federazioni hanno un qualche tipo di piano strategico sulla sostenibilità ambientale”; e che “gli sport con uno stretto rapporto con la natura stanno facendo i maggiori progressi”.
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Nella classifica stilata al primo posto c’è World sailing; subito dopo World athletics. A seguire World rowing e Fifa. Ma per esempio in altre 17 Federazioni, anche per sport come tennis e nuoto, “non sono state riscontrate prove di progressi sulla sostenibilità ambientale”.
In generale quello che emerge dalla ricerca è “una mancanza di comprensione delle pratiche ambientali nelle Federazioni olimpiche e una mancanza di responsabilità interna”. Altri studi precedenti fanno presente che la colpa è della “governance decentralizzata” che “ha portato ad annacquare gli obiettivi strategici a livello locale, con conseguenti progressi incoerenti tra le Federazioni sull’ambiente”. E anche a livello di comunicazione, la ricerca ha analizzato i siti web delle Federazioni internazionali cercando traccia di un impegno anche “simbolico” sulle sfide verdi. Lo stesso vale per gli account dei social media: la sostenibilità ambientale su un totale di 718.295 tweet è stata citata “soltanto in 188 post in 32 Federazioni dal 2010”. Anche grandi eventi mondiali come il quinto rapporto di valutazione dell’Ipcc (il panel di scienziati che studia il clima su mandato delle Nazioni Unite), l’accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 hanno avuto “un impatto minimo o nullo sulle attività ambientali”.
“Per accelerare i progressi sulla sostenibilità ambientale in tutto il movimento Olimpico dovrebbe essere condotta una valutazione d’impatto – ha affermato Dominique Santini – il Comitato olimpico internazionale (Cio) dovrebbe anche stabilire un sistema annuale obbligatorio di rendicontazione della sostenibilità ambientale per le Federazioni internazionali per aumentarne la responsabilità. E’ necessario creare una piattaforma per formare, supportare e accelerare i progressi sulla sostenibilità ambientale, consentendo la condivisione delle pratiche replicabili, dei finanziamenti, e delle partnership”.