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Snam mette nello statuto la transizione energetica e la parità genere

La proposta di modifica del Cda sarà votata in assemblea il prossimo 2 febbraio. Un impegno definito "centrale ormai da diversi anni" e che è "coerente anche con il piano strategico 2020-2024” per il raggiungimento della neutralità carbonica nel 2040, oltre a un incremento degli investimenti dedicati all'adeguamento delle infrastrutture per il trasporto e allo stoccaggio dell'idrogeno

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Foto di ds_30 da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – La transizione energetica, le rinnovabili, la decarbonizzazione e la parità di genere. Sono questi gli elementi che entreranno a far parte dello statuto di Snam. Il consiglio d’amministrazione ha infatti deliberato una proposta che sarà sottoposta all’assemblea degli azionisti convocata per il prossimo 2 febbraio.

I due passaggi chiave di modifica da inserire nello statuto: “l’impegno della società a favorire la transizione energetica verso forme di utilizzo delle risorse e delle fonti di energia compatibili con la tutela dell’ambiente e la progressiva decarbonizzazione”. Insieme con quella di “riservare al genere meno rappresentato una quota pari ad almeno due quinti dei componenti da eleggere” in consiglio d’amministrazione. Insomma, in questo modo, la sostenibilità entra di fatto nel cuore di Snam e non rimane più soltanto una voce del Piano industriale.

Un impegno che Snam definisce “centrale ormai da diversi anni” e che è “coerente anche con il piano strategico 2020-2024, che prevede il raggiungimento della neutralità carbonica nel 2040, oltre a un incremento degli investimenti dedicati alla transizione energetica e all’adeguamento delle infrastrutture della società al trasporto e allo stoccaggio dell’idrogeno”. Un impegno che non mette in discussione le attività regolate di trasporto, stoccaggio e rigassificazione, che verranno affiancate da quelle legate alla transizione energetica: il trasporto e la gestione delle energie rinnovabili come il biometano e l’idrogeno, la realizzazione e la gestione di impianti connessi alla mobilità sostenibile e l’efficienza energetica.

Inoltre sul fronte più prettamente finanziario il Cda ha deliberato di sottoporre al voto degli azionisti anche la proposta di eliminare dallo statuto l’autorizzazione assembleare per le operazioni di “cessione, conferimento, affitto, usufrutto e ogni altro atto di disposizione, anche nell’ambito di joint venture”. Il Cda propone anche di escludere dall’autorizzazione assembleare anche “l’assoggettamento a vincoli dell’azienda e dei rami d’azienda di rilevanza strategica che ineriscano ad attività relative al trasporto e al dispacciamento di gas”; si tratta secondo il Cda di un’autorizzazione che “non risulta in linea con gli assetti di governance di società quotate comparabili, che riservano tali decisioni all’organo di amministrazione”.