Le rinnovabili soddisfano meno di 1/5 dei consumi (19%). Crollo dell’idroelettrico non compensato dal record della generazione solare (+12%). Il MASE pubblica la Relazione annuale sul panorama dell’energia nel Belpaese nel 2022
Domanda di energia primaria in calo del 4,5%
(Rinnovabili.it) – Cala la domanda di energia primaria del 4,5%, record negativo storico per l’idroelettrico con una produzione limitata a 30 TWh (-36,6%) e primato assoluto per il fotovoltaico (28 TWh). Ma anche maggior dipendenza energetica dall’estero e calo dell’intensità energetica. Sono i fattori che hanno influito di più sul panorama dell’energia in Italia nel corso del 2022, riassunta nella lunga Relazione sulla situazione energetica nazionale curata come ogni anno da rappresentanze istituzionali e settoriali.
Tutti i numeri della situazione energetica nazionale
Un anno segnato inevitabilmente dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica globale. I cui effetti combinati sono visibili nella flessione della domanda primaria di energia da 156mila a 149mila migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio (ktep). Ma anche nel calo dell’1,3% del valore aggiunto garantito dal settore energetico a fronte di un aumento complessivo del Pil del 3,7%.
Di conseguenza, la Relazione sulla situazione energetica nazionale rileva una diminuzione importate dell’intensità energetica: rispetto al 2021 segna -7,9%, come conseguenza del decremento della disponibilità energetica rispetto ad un aumento del Pil. Si è così attestata a 85,5 tep/milione di euro, il livello più basso negli ultimi 10 anni.
La riconfigurazione del mix energetico nazionale per fronteggiare le crisi multiple che hanno caratterizzato il 2022 ha portato a un calo dell’8% della produzione nazionale e a un aumento del 3,5% delle importazioni nette di energia. In particolare sono diminuite le importazioni nette relative al gas naturale (- 4,9%) e alle energie rinnovabili e bioliquidi (-5,9%), mentre si è registrato un forte aumento nelle importazioni nette di combustibili solidi (+41,6%), di petrolio e prodotti petroliferi (+10,5%) e di energia elettrica (+0,5%).
La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall’estero, è così aumentata dal 73,5% del 2021 al 79,7% del 2022. La sua composizione, nonostante il calo della componente gas, resta per il 37,6% legata al gas naturale, per il 35,7% a petrolio e prodotti petroliferi, per il 18,5% a rinnovabili e bioliquidi.
Sul fronte dei consumi, il consumo finale energetico è sceso del 3,7% (solo i trasporti sono in crescita), mentre quello di energia elettrica cala dello 0,9% a 316,9 TWh, dato ancora sotto al picco del 2019.
Per le rinnovabili la fotografia è piena di chiaroscuri. “Nel 2022 le fonti rinnovabili di energia hanno trovato ampia diffusione in tutti i settori (elettrico, termico, trasporti), benché alcuni fenomeni climatici ne abbiano condizionato la disponibilità (riduzione delle precipitazioni, temperature medie relativamente elevate). La quota dei consumi energetici complessivi coperta da rinnovabili è stimata intorno al 19%, in linea con l’anno precedente”, riassume la relazione.
La produzione elettrica da rinnovabili è scesa del 14% sull’anno precedente a circa 100 TWh, dato determinato soprattutto dal -38% dell’idroelettrico e dalle flessioni di bioenergia ed eolico. Mentre il fotovoltaico è cresciuto ben del 12%. “Ne segue che l’incidenza della quota FER sul Consumo Interno Lordo di energia elettrica (CIL), stimato su valori simili al 2021, risulta in flessione di quasi 5 punti percentuali (dal 35,3% al 30,6%)”, continua la Relazione sulla situazione energetica nazionale.
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