Rinnovabili

Sistema energetico italiano, crescono ancora consumi ed emissioni

 sistema energetico italiano
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

 L’analisi Enea del sistema energetico italiano

(Rinnovabili.it) – Ancora un passo indietro per l’ISPRED, l’indice della transizione energetica italiana. Anche il terzo trimestre del 2021 una serie di fattori ha rallentato lo slancio nazionale facendo intravedere un futuro a tinte fosche. Secondo gli esperti Enea, che regolarmente analizzano il sistema energetico italiano, nel 2022 l’indice potrebbe addirittura raggiungere i minimi della serie storica. Sintomo di serie difficoltà strutturali di non immediata risoluzione. Ma andiamo con ordine.

L’analisi ENEA mostra come nonostante il caro-energia, la domanda nazionale sia continuata a crescere nel terzo trimestre con un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un valore che dovrebbe rimanere tale, se non addirittura superiore anche per il dato a consuntivo del 2021. Ma soprattutto che non dovrebbe assestarsi neppure nel 2022.

Di pari passo sono cresciuti i consumi delle fonti fossili. In particolare, nella generazione elettrica gli esperti hanno registrato una notevole ripresa dell’utilizzo del carbone, sia nel III trimestre (più 25%) che nei primi nove mesi dell’anno (più 10%); al contrario il gas naturale da luglio a settembre ha mostrato un brusco calo (meno 8%) penalizzato dal forte incremento dei prezzi. Sui primi nove mesi rimane invece il segno positivo con un più 2%.

Sostanzialmente stabili le fonti rinnovabili, che con appena un 1% di produzione in più in nove mesi rispetto il dato 2020, non hanno aiutato la strada della decarbonizzazione. Di conseguenza anche le emissioni di CO2 sono cresciute. Un più 4% rispetto allo steso periodo del 2020.

Sul fronte dei prezzi, l’Analisi del sistema energetico italiano mette in luce la forte accelerazione sui mercati all’ingrosso, fino a nuovi picchi storici del gas (più 85% nel III trimestre sul trimestre precedente, più 430% sul terzo trimestre 2020) e dell’elettricità (più 67% e più 194% rispettivamente, con un aumento superiore a quello degli altri paesi UE).

“L’andamento molto negativo del nostro indice è legato principalmente all’incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili soprattutto nei trasporti e negli edifici e mette in luce l’allontanamento dell’Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dai nuovi obiettivi UE (-55% emissioni al 2030), con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media degli aumenti nell’Eurozona”, commenta Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che ha curato l’Analisi. “Dopo i recenti nuovi record dei prezzi all’ingrosso e il loro ulteriore trasferimento sui clienti finali, è probabile che tra l’ultimo trimestre del 2021 e il primo del 2022 l’indice ISPRED scenda al punto più basso mai registrato, a indicare come la transizione del sistema energetico italiano sia in una fase di particolare difficoltà”.

Exit mobile version