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Sistema elettrico europeo: inverno ‘22-‘23, le fer battono le fossili per la 1° volta

La generazione elettrica da carbone e gas è scesa dell’11 e del 13%, quella da rinnovabili è salita del 4% rispetto all’inverno precedente. L’addio alle fossili deve proseguire per mettere in sicurezza il sistema elettrico: i tagli ai consumi richiesti non sono sostenibili alla lunga

Sistema elettrico europeo: inverno ‘22-‘23, le fer battono le fossili per la 1° volta
Foto di Miguel Lozano su Unsplash

I dati di Ember sul sistema elettrico europeo tra ottobre ’22 e marzo ‘23

(Rinnovabili.it) – Lo scorso inverno, per la prima volta le rinnovabili hanno generato più elettricità delle fossili in Europa. Le fonti pulite sono salite a una quota del 40% del mix elettrico contro il 37% di gas, petrolio e carbone. La crescita delle fer, rispetto all’inverno 2021-22, si è attestata al +4%. Numeri che hanno permesso al sistema elettrico europeo di “superare un inverno turbolento”, spiega il think tank Ember in un rapporto pubblicato oggi.

Il dato più interessante è che il balzo delle rinnovabili tra ottobre 2022 e marzo 2023 ha permesso all’Europa di evitare di sprofondare di nuovo tra le fossili. La generazione elettrica da carbone è scesa dell’11% – nonostante l’alto costo del gas, che ha fatto tornare economicamente conveniente questa fonte fossile – mentre quella da gas si è contratta del 13%. Le paure di un “ritorno al carbone” non si sono affatto materializzate. Quindici dei 18 paesi UE che hanno ancora una flotta a carbone hanno ridotto i volumi generati, mentre Italia, Finlandia e Ungheria li hanno incrementati. Mentre Roma e Madrid, insieme, hanno realizzato i 2/3 dei tagli alla generazione da gas in tutto il continente.

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Su questo sfondo, per non farsi trovare impreparati nei prossimi mesi l’imperativo è accelerare l’addio alle fossili. Replicare le riduzioni dei consumi richieste lo scorso inverno al sistema elettrico europeo, infatti, alla lunga non è sostenibile. I tagli hanno permesso di risparmiare 12 miliardi di euro, di cui quasi 1,2 mld solo in Italia ma possono confliggere con produttività industriale e qualità della vita.

“Anche se l’Europa sarà lieta di lasciarsi alle spalle un inverno difficile, le misure adottate dovrebbero essere sfruttate per informare l’accelerazione della transizione dai combustibili fossili”, scrivono gli autori del rapporto. “Le riduzioni della domanda che possono essere mantenute in modo sostenibile dovrebbero essere adottate per ridurre la pressione sulle infrastrutture di rete. La flessibilità della domanda sarà una parte cruciale del futuro sistema elettrico europeo: tutti i guadagni ottenuti negli ultimi mesi in questo servizio così necessario dovrebbero essere valutati, consolidati e sfruttati rapidamente”.