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Shell punta alle zero emissioni 2050 senza rinunciare alle fossili

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Credits: 123rf.com

La Royal Dutch Shell imposta la strada verso le zero emissioni nette aumentando la produzione di rinnovabili, biofuel e idrogeno

(Rinnovabili.it) – Divenire un’azienda a zero emissioni entro il 2050. Questo l’obiettivo che si è data la Royal Dutch Shell presentando ieri il suo nuovo piano di decarbonizzazione. Un programma ambizioso che, perlomeno nei target, supera quelli delle altre compagnie petrolifere. e che mira ad aumentare il portafoglio delle rinnovabili, migliorare l’efficienza e immagazzinare quelle “emissioni che non possono essere evitare”.

L’amministratore delegato Ben van Beurden ha parlato ieri agli investitori promettendo che l’attuale crisi non distrarrà l’azienda da una trasformazione completa nei prossimi 30 anni. Come spiegato da van Beurden “è necessario andare oltre con le nostre ambizioni, motivo per cui miriamo a essere un’azienda dell’energia a zero emissioni entro il 2050 o prima. La società e i nostri clienti non si aspettano niente di meno”.

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Ma come sempre, quando si parla di politiche di riduzione, il taglio si calcola al netto. Cosa significa? Che promettere le zero emissioni non significa in alcun modo abbandonare il settore degli idrocarburi.

Il Piano di Shell per la neutralità del carbonio

Nel dettaglio, il piano della multinazionale anglo-olandese prevede di compensare l’impronta di carbonio dalla propria produzione di petrolio e gas così come dell’energia che utilizza. Due obiettivi noti rispettivamente come Scope 1 e Scope 2 emissions, secondo le definizioni del Protocollo internazionale dei Gas Serra (GHG Protocol). Tali interventi non toccano la categoria emissiva più ampia (Scope 3), ossia i gas serra emessi da carburanti e prodotti venduti ai clienti, come carburante per carburante e benzina.

“Questo è il motivo per cui il secondo passo di Shell verso un’azienda che produce energia a emissioni nette zero è ridurre l’impronta netta di carbonio dei nostri prodotti energetici. L’ambizione a lungo termine è tagliare la carbon footprint del 65% entro il 2050. Per centrare il target, la società aumenterà la vendita di energie rinnovabili, i biocombustibili e l’idrogeno. E ricorrerà anche al sequestro della CO2, per via naturale – pianto nuovi alberi – o artificiale – tramite le tecnologie di CCS.

Il gigante petrolifero mette fin da subito le cose in chiaro: le fonti fossili non scompariranno. “Continueremo ad avere bisogno di alcuni prodotti energetici che creano emissioni nel prossimo futuro. Quindi continueremo a vendere tali prodotti energetici”.

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