L’ONU avverte: la pandemia rischia di interrompere in tutto il mondo i principali servizi meteorologici
(Rinnovabili.it) – La pandemia di COVID-19 rischia di bloccare i servizi meteorologici in tutto il mondo, compresi gli allarmi precoci per maltempo. Per la World Meteorological Organization (WMO) di Ginevra, infatti, a poter subire danni rilevanti sono sia la quantità, sia la qualità delle osservazioni meteorologiche, oltre al monitoraggio dell’atmosfera e del clima.
Secondo Lars Peter Riishojgaard, direttore dell’Earth System Branch del WMO, la principale preoccupazione è che si verifichino “situazioni improvvise per le quali potremmo dipendere dalle previsioni, ad esempio nel caso di un uragano, un tornado, o altre condizioni meteorologiche sfavorevoli”.
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La ragione del disservizio è presto detta: la mancanza di rilevazioni. Infatti, nonostante molti sistemi di monitoraggio meteorologico siano automatizzati, parte dei dati arrivano direttamente dalle compagnie aeree commerciali. Prima della crisi sanitaria, gli aerei effettuavano circa 700.000 letture giornaliere di temperatura, velocità e direzione del vento; queste informazioni erano quindi inserite nel sistema globale d’osservazione del WMO, arrivando così a tutti i 193 Paesi membri.
In Europa, dove le letture del traffico aereo sono diminuite dell’85-90 per cento, i Paesi stanno già discutendo su come potenziare le capacità di monitoraggio a breve termine per mitigare questa perdita dati. Negli Stati Uniti, per ora, l’impatto sembra essere meno grave e il forte calo nei dati forniti dalle compagnie aeree commerciali si attesta a circa il 60 per cento. In ogni caso, secondo Riishojgaard, anche negli USA ci sarà “una graduale riduzione nell’affidabilità delle previsioni”.
Si tratta di un problema urgente, soprattutto nell’attuale contesto climatico. Il numero di catastrofi meteorologiche è, infatti, in crescita e, proprio per questo motivo, il segretario generale del WMO, Petteri Taalas, ha esortato i governi a sostenere le capacità nazionali di allerta precoce e di osservazione meteo. L’assenza di dati affidabili, quindi, “rappresenta una sfida aggiuntiva alla pandemia, e può esacerbare i molteplici rischi a cui è soggetto ogni singolo paese”, ha sottolineato Taalas.
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La WMO, intanto, continuerà a controllare la situazione: “l’organizzazione sta lavorando con il suo staff per mitigare il più possibile l’impatto”. I servizi meteorologici e idrologici nazionali continueranno “a svolgere le loro funzioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7, nonostante le gravi sfide poste dalla pandemia di coronavirus”.