L’IEA conferma: necessario stop a nuovi giacimenti di petrolio e gas
(Rinnovabili.it) – Nonostante strascichi della pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica globale e ben pochi progressi della diplomazia sul clima, possiamo ancora rispettare l’obiettivo di Parigi di contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C. Ma bisogna investire molto di più e meglio, e anticipare la data in cui raggiungere emissioni nette zero a prima del 2050. È il messaggio lanciato dall’aggiornamento del report sugli scenari Net Zero IEA dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA). Che avverte: c’è bisogno di più cooperazione e meno geopolitica. “Una forte cooperazione internazionale è fondamentale per il successo. I governi devono separare il clima dalla geopolitica, data la portata della sfida a portata di mano”, scrive l’IEA.
Scenari Net Zero IEA, cosa sta funzionando
Il rapporto è uscito per la prima volta nel 2021 ed è diventato il principale punto di riferimento globale per valutare il ritmo della transizione energetica. Nell’aggiornamento pubblicato oggi, l’Agenzia guidata da Fatih Birol tira le somme dopo due anni evidenziando cosa sta funzionando e cosa no.
Tra i motivi di ottimismo c’è la crescita record del fotovoltaico e la diffusione delle auto elettriche. Questi due settori sono sulla traiettoria giusta per fare la loro parte nel raggiungere emissioni nette zero entro metà secolo. Così come viaggiano al ritmo giusto i piani dell’industria per supportarne l’ulteriore espansione in futuro. “Ciò è significativo, dal momento che queste due tecnologie da sole garantiscono un terzo delle riduzioni delle emissioni tra oggi e il 2030”, si legge nel report Scenari Net Zero IEA.
Buone notizie anche dal fronte delle tecnologie non ancora disponibili sul mercato ma necessarie, secondo l’IEA, per abbattere le emissioni globali in tempo. Nel 2021 queste tecnologie pesavano ancora per il 50% della riduzione di gas serra prevista, mentre due anni dopo la quota è scesa al 35%. L’aspetto più delicato, qui, riguarda le tecnologie per la cattura di CO2. Sono ancora troppo costose e non abbastanza mature, ma potrebbero presto diventare necessarie se il mondo non riesce a mettersi sulla traiettoria giusta già in questo decennio.
Cosa non sta funzionando
Fuori rotta sono invece altri pilastri centrali della transizione energetica. La capacità di energia rinnovabile a livello globale, che deve triplicare entro il 2030. Proprio questo obiettivo potrebbe essere formalizzato alla Cop28 di Dubai dopo aver ricevuto l’ok del G20 poche settimane fa. Sul versante dell’efficienza energetica bisogna correre a velocità doppia per restare entro gli 1,5 gradi, le pompe di calore si devono diffondere molto più velocemente, mentre le emissioni di metano del comparto energetico devono calare del 75% entro fine decennio.
Il nodo delle fossili
Nell’edizione 2021, la valutazione dell’IEA era che nessun nuovo giacimento di petrolio, gas e carbone doveva essere messo in produzione. Negli Scenari Net Zero IEA aggiornati si ribadisce il punto. Da un lato l’aumento della capacità rinnovabile “ridurrà la domanda di combustibili fossili del 25% entro il 2030, riducendo le emissioni del 35% rispetto al massimo storico registrato nel 2022”. In prospettiva, entro il 2050 la domanda di combustibili fossili scende dell’80%. È soprattutto grazie alla corsa dell’energia pulita, quindi che “non sono necessari nuovi progetti upstream di petrolio e gas a lungo termine, né lo sono nuove miniere di carbone, ampliamenti di miniere o nuovi impianti di carbone non abated”. Ma l’IEA dà ragione a chi, tra i paesi produttori di combustibili fossili (tra cui anche gli Emirati, che quest’anno organizzano la Cop), sottolinea la necessità di continuare a investire in petrolio e gas. Per l’IEA “sono necessari investimenti continui in alcuni asset petroliferi e di gas esistenti e in progetti già approvati”.
Finanziare la transizione
Quest’anno i flussi di investimenti per la transizione si dovrebbero attestare a circa 1.800 miliardi di dollari. Questa cifra è ancora molto bassa e deve salire a circa 4.500 mld $ l’anno a partire dal 2030 e fino a metà secolo. Mentre sono soprattutto i paesi in via di sviluppo a dover aumentare gli investimenti per trasformare il settore energetico, i paesi a economia avanzata devono contestualmente aggiornare e rendere più ambiziosi i loro obiettivi di riduzione delle emissioni, così da garantire più tempo ai paesi in via di sviluppo per completare una transizione che possa essere definita equa. In ogni caso, sottolinea il rapporto Scenari Net Zero IEA, quasi tutti i paesi devono fissare l’obiettivo di neutralità di carbonio a prima del 2050.