Rinnovabili

Sblocca Italia, il CdM approva il decreto

Sblocca Italia, il CdM approva il decreto

 

(Rinnovabili.it) – Cantieri, infrastrutture, dissesto idrogeologico, burocrazia, edilizia, export ed energia. Sono questi i temi al centro del Decreto legge contenente misure urgenti per l’apertura dei cantieri, più noto come lo Sblocca Italia, approvato venerdì in Consiglio dei Ministri. Si perché il provvedimento approvato oggi in consiglio dei ministri, dovrebbe rimuovere – almeno nelle intenzioni – importanti blocchi allo sviluppo del Belpaese. Il provvedimento tocca elementi importanti del settore energia, edilizia ed ambiente, confermando in parte quanto era stato già annunciato nelle linee guida. Si parte ovviamente dalle opere infrastrutturali la cui azione si muove su tre binari: semplificazione burocratica, cantierabilità dell opere e aumento degli investimenti privati in infrastrutture autostradali.

 

Nel dettaglio ciò significa:

 

  1. Semplificare norme che sbloccano opere già finanziate in modo che i cantieri possano partire con largo anticipo rispetto alle previsioni.
  2. Sbloccare opere già finanziate con immissione di nuove risorse a condizione che i cantieri (non l’approvazione del piano finanziario, non il progetto né la gara di appalto) di queste opere aprano entro date certe nell’arco di dieci mesi dall’approvazione del decreto. Questo pacchetto di interventi è finanziato con quasi 4 miliardi di euro (3 miliardi 890 milioni), di cui 841 milioni dal fondo revoche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e 3 miliardi 48 milioni dal Fondo di coesione e sviluppo.
  3. Rivedere, in alcuni casi prorogare, le concessioni (la proposta è stata notificata dal ministro Lupi alla Commissione europea) con la contestuale moderazione degli incrementi tariffari dei pedaggi autostradali. Il valore delle opere realizzabili con questa norma, e sulle quali si sono impegnate le società concessionarie, è di 12 miliardi 200 milioni.

 

Tema importante anche quello del dissesto idrogeologico per cui il decreto prevede di aumentare gli strumenti e le risorse dedicate alla prevenzione e messa in sicurezza. Gli articoli prevedono misure per il superamento delle procedure di infrazione, accelerazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico e per l’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione degli agglomerati urbani nonché il finanziamento di opere urgenti di sistemazioni idraulica dei corsi d’acqua nelle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione.

 

Novità per l’edilizia: se da un lato per la proroga degli ecobonus, vale a dire ossia il 65% di detraibilità per l’efficientamento energetico, bisognerà attendere la legge di stabilità, si attiva da subito invece un processo di semplificazione delle norme: per ristrutturazioni in casa propria che non cambino la volumetria (abbattere tramezzi, creare nuove stanze…) non sarà più necessaria un’autorizzazione edilizia, ma basterà una semplice comunicazione al Comune.

“Con lo Sblocca Italia – ha precisato Lupi – ci sono incentivi per chi compra casa e l’affitta a canone concordato per incentivare il mercato”.

 

Molte delle misure inserite nel decreto riguardano l’agroalimentare, per il cui settore si prevede la realizzazione di un segno distintivo unico per le produzioni Made in Italy, valorizzazione delle eccellenze, tutela all’estero di marchi e certificazioni di qualità e sostegno alla penetrazione dei prodotti italiani nei mercati esteri, anche attraverso accordi con le reti di distribuzione e promozioni innovative.

 

Delicato invece appare il capito dell’energia. Il provvedimento infatti punta sulla valorizzazione di quelli che definisce i “non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale”, sbloccando  cospicui investimenti e di fatto spianando la strada alle compagni petrolifere. “Si è proceduto – recita una nota stampa sul sito del Governo – a riconoscere il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità”. In particolare si è previsto ad accentrare il potere autorizzativo per la Valutazione di impatto ambientale dei progetti dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente; entro 90 giorni le Regioni dovranno inviare al Ministero tutte le istruttorie dei titoli vigenti e dei procedimenti in corso.

 

Nota buona sembra essere invece il capitolo dedicato ai veicoli a basse emissioni, rivedendo l’attuale normativa a favore di una maggiore flessibilità nella ripartizione delle risorse tra le diverse classi di incentivi. “Il fine è quello di rendere quanto più accessibili gli incentivi, favorendo la ripresa del mercato e il ricambio del parco veicoli mediante una maggiore diffusione di quelli a minori emissioni complessive”.

 

Exit mobile version