Il Coreper ha dato luce verde al 14° pacchetto di sanzioni dall’inizio della guerra in Ucraina. Toccate solo le ri-esportazioni di GNL, non le importazioni. Le misure incideranno su poco più dell’1% dei volumi totali di gas consumati annualmente dall’Europa
Le sanzioni UE sul gas dalla Russia riguardano anche il finanziamento dei terminal GNL su Artico e Baltico
Stop alle ri-esportazioni di gas russo nelle acque europee. Nel 14° pacchetto di sanzioni legate all’invasione dell’Ucraina trova spazio, per la prima volta, anche il gas naturale liquefatto di Mosca. Finora Bruxelles aveva preso provvedimenti solo sul petrolio e prodotti raffinati. Le sanzioni UE sul gas dalla Russia sono senza precedenti ma non riguarderanno le importazioni in blocco: toccheranno solo una frazione dei volumi ancora mobilitati dal Cremlino.
Cade il no di Germania e Ungheria
La decisione presa dagli ambasciatori dei Ventisette presso l’UE il 20 giugno arriva dopo lunghe discussioni interne. Germania e Ungheria hanno tenuto in scacco l’accordo per settimane, anche se per ragioni differenti. Il governo di Orban è schierato apertamente contro ogni sanzione energetica contro la Russia e dal 2022 ha usato i vari pacchetti di sanzioni per strappare concessioni – sia relativa a gas e petrolio, sia su altri dossier. In questo caso, ha voluto rassicurazioni sul fatto che l’espansione del progetto di espansione della centrale nucleare Paks II – appoggiato dalla Russia – non sarebbe finito sotto sanzioni in alcun caso.
Per Berlino la questione era un’altra. Il governo Scholz temeva che le nuove sanzioni UE sul gas dalla Russia imponessero obblighi aggiuntivi e onerosi per gli operatori europei. Il no tedesco è caduto solo dopo che gli ambasciatori, riuniti nel Coreper, hanno cancellato una clausola che, secondo Berlino, avrebbe potuto danneggiare le piccole imprese. E la 14° tornata di sanzioni sarà poi soggetta a uno studio sui suoi impatti, in base al quale potrebbe poi essere ulteriormente ricalibrato.
Cosa prevedono le nuove sanzioni UE sul gas dalla Russia?
Nonostante sia, formalmente, un passo senza precedenti, le sanzioni decise ieri a Bruxelles hanno portata e impatti sui profitti di Mosca piuttosto limitati. Nel mirino finisce esclusivamente il GNL, non il gas via pipeline. E soltanto quella quota che viene importata da paesi UE e poi ri-esportata verso altri porti, principalmente in Asia. I maggiori importatori di GNL da Mosca, cioè Spagna, Francia e Belgio, potranno continuare a ricevere le navi metaniere russe senza problemi.
A conti fatti, il GNL russo costituisce soltanto il 5% del consumo di gas totale dell’Unione Europea, e ai prezzi attuali fa affluire nelle casse del Cremlino circa 8 miliardi di euro l’anno. Colpire solo le ri-esportazioni significa, probabilmente, toccare circa ¼ di questo volume, poco più dell’1% di tutto il gas che l’Europa consuma in un anno. Oltre a ciò, le sanzioni UE al gas dalla Russia comprendono anche lo stop alla partecipazione di aziende europee nei progetti per i terminal GNL russi sull’Artico e sul Baltico.
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