L’UE sta preparando il 6° pacchetto di sanzioni alla Russia
(Rinnovabili.it) – L’Europa sta preparando nuove sanzioni alla Russia che toccano per la prima volta anche il petrolio. Ma dovrebbe calibrare molto bene le sue mosse. Un embargo totale e immediato al greggio di Mosca potrebbe rivelarsi “controproducente”, e a maggior ragione lo sarebbe emanciparsi del tutto dalle fossili di Putin. Lo sostiene la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, prendendo una posizione che rafforza chi, in Europa, è scettico verso sanzioni troppo dure e decisioni precipitose.
“Nel medio termine, l’Europa ha chiaramente bisogno di ridurre la sua dipendenza dalla Russia per quanto riguarda l’energia, ma dobbiamo essere cauti quando pensiamo a un divieto europeo completo sulle importazioni, ad esempio, di petrolio”, ha detto ieri Yellen. Perché? Secondo l’ex presidente della Federal Reserve, un embargo immediato da parte dell’UE “aumenterebbe chiaramente i prezzi globali del petrolio”. Questo non toccherebbe negativamente solo l’Europa ma anche “altre parti del mondo”.
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A muovere Yellen sulle sanzioni alla Russia da parte dell’UE è solo il timore di ripercussioni avvertite anche negli USA, o di nuove difficoltà nel gestire i prezzi globali dell’energia? Per la titolare del Tesoro USA occorre cautela perché un embargo totale, anche se “controintuitivamente”, potrebbe non avere un impatto così negativo sulle finanze di Mosca. La Russia infatti avrebbe solo da guadagnare da prezzi del barile più alti.
Che fare, quindi? Il suggerimento di Yellen è di concentrarsi sul ridurre il flusso di denaro che arriva nelle casse di Mosca dalla vendita di petrolio e gas. “Se potessimo trovare un modo per farlo, senza danneggiare l’intero globo attraverso prezzi energetici più alti, sarebbe l’ideale. E questa è una questione che stiamo cercando di risolvere tutti insieme”, ha aggiunto.
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I questi giorni Bruxelles sta preparando il 6° pacchetto di sanzioni alla Russia. Per la prima volta, l’UE ha assicurato che sarà incluso anche il petrolio. Ma non è ancora chiaro come e quanto. Assolutamente escluso un embargo totale, sta prendendo quota la linea suggerita da Berlino (già con il pacchetto di sanzioni precedente, quando si parlava del carbone di Mosca): un approccio graduale, che riduca nel tempo l’import di greggio dalla Russia. Con tempistiche differenziate da paese a paese per rispecchiarne la diversa esposizione al petrolio di Mosca.