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Sabotaggio gasdotto nel Baltico, l’ombra di Mosca sullo stop del Balticconnector

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Il Balticconnector collega Finlandia ed Estonia con un tratto sottomarino di 77 km

(Rinnovabili.it) – Ci sono non meglio precisate “attività esterne” dietro la perdita di pressione registrata tra sabato e domenica scorsi e la chiusura temporanea del Balticconnector, il gasdotto sottomarino che collega Finlandia ed Estonia passando sotto il mar Baltico. Una formula volutamente elusiva, quella usata ieri dal presidente finlandese Sauli Niinisto, che non ha voluto indicare sospetti e aspettare che le indagini sul sabotaggio del gasdotto nel Baltico forniscano qualche elemento in più.

Cos’è il Balticconnector?

Il Balticconnector è un gasdotto bidirezionale entrato in funzione tra il 2019 e il 2020 con una capacità di 2,6 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Co-finanziato dall’UE sotto il programma TEN-E, quello riservato alle infrastrutture energetiche ritenute di interesse strategico, ha l’obiettivo di dare più flessibilità nella gestione dei consumi e degli approvvigionamenti di gas fossile a Helsinki e Tallinn. La sua chiusura, nel breve periodo, non dovrebbe generare particolari problemi per le forniture di gas, che possono arrivare in forma di gas naturale liquefatto a terminal di rigassificazione sia in Finlandia che in Estonia.

C’è la Russia dietro il sabotaggio del gasdotto nel Baltico?

In realtà i sospetti su chi c’è dietro il sabotaggio ci sono eccome e puntano tutti a est: la Russia. È questa l’ipotesi principale su cui stanno lavorando polizia e intelligence della Finlandia, dopo le esplosioni che hanno messo ko tutte e 4 le condotte del Nord Stream. Anche in questo caso il gestore del gasdotto, Gasgrid, ha registrato una perdita di pressione molto importante nella pipeline in concomitanza con un evento sismico rilevato dall’istituto norvegese Norsar proprio nelle prime ore di domenica. Scossa che lo stesso istituto definisce “una probabile esplosione”, registrata da alcune postazioni lungo la costa finlandese.

E anche in questo caso, nell’area dove sarebbe avvenuto il sabotaggio del gasdotto nel Baltico, nelle acque territoriali di Helsinki, tra giugno, agosto e settembre la nave da ricognizione russa Sibiryakov avrebbe compiuto attività sottomarine. La NATO – di cui la Finlandia fa parte da aprile, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina – ha annunciato supporto nella conduzione delle indagini.

Altrettanto elusivo è stato il primo ministro finlandese Petteri Orpo, che ha definito il danno “preoccupante” ma ha sottolineato che “è troppo presto per tirare conclusioni su chi o cosa abbia causato il danno”. Al sabotaggio però si pensa anche sull’altra sponda del Baltico. “Di cosa si tratti esattamente dobbiamo ancora specificarlo, ma al momento sembra piuttosto che si sia trattato di un impatto meccanico o di una distruzione meccanica”, ha dichiarato il ministro degli esteri estone Hanno Pevkur.

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