La compagnia canadese Enbridge vuole sostituire la vecchia Line 3 degli anni ’60 con una pipeline nuova. Gli attivisti approfittano dell’occasione per fare pressione sulla Casa Bianca e testare quando Biden fa sul serio
I manifestanti contro il progetto sulle tar sands a Biden: “Da che parte stai?”
(Rinnovabili.it) – “Water is life!”, l’acqua è vita. Sotto questo slogan si raccolgono i manifestanti che protestano contro la Line 3, l’oleodotto che trasporta sabbie bituminose e petrolio dalla provincia canadese dell’Alberta fino al Wisconsin. Passando per il Minnesota, alle sorgenti del Mississippi, dove il 7 giugno gruppi ambientalisti e nativi americani hanno unito le forze per dire no al progetto della Enbridge.
La compagnia canadese ha avviato i lavori per sostituire la vecchia pipeline, che risale agli anni ’60, con un’infrastruttura meno datata e più sicura. Non un nuovo progetto, quindi. Ma gli attivisti hanno preso la palla al balzo e si schierano contro il progetto. Le ragioni: l’oleodotto contribuisce a peggiorare i cambiamenti climatici e presenta il rischio di fuoriuscite di idrocarburi in aree sensibili, dove i nativi americani raccolgono riso selvatico, cacciano, pescano, raccolgono piante medicinali. Tribù di nativi che, peraltro, rivendicano questi diritti sulla base dei trattati stipulati con Washington. Le sabbie bituminose sono tra le fonti fossili più inquinanti.
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“Ci solleviamo insieme per i trattati. Ci solleviamo insieme per il clima. Ci solleviamo insieme per la nostra acqua. Ci solleviamo insieme l’uno per l’altro. Mentre Enbridge costruisce la Linea 3 attraverso la terra del trattato di Anishinaabe e le sorgenti del Mississippi, continuiamo a resistere con forza”, si legge nel sito della manifestazione Treaty People Gathering.
Le forze dell’ordine hanno provato a disperdere la manifestazione e hanno arrestato almeno 30 persone. Ma intanto uno degli obiettivi della protesta è stato raggiunto: ottenere visibilità nazionale. Per sostenere la causa sono accorsi anche attivisti del calibro di Jane Fonda. Una strategia che serve per mettere spalle al muro Joe Biden.
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Il nuovo presidente, infatti, ha inaugurato il suo mandato bloccando i lavori del Keystone XL, un oleodotto che, come la Line 3, doveva portare le sabbie bituminose e il petrolio canadesi verso le coste statunitensi per l’export. Un progetto che l’amministrazione Biden ha cancellato perché in contraddizione con la nuova politica climatica (e, quindi, energetica) della Casa Bianca. Gli attivisti contro la Line 3 ripartono proprio da lì. Al presidio in Minnesota si moltiplicano i cartelli con il volto del presidente e la domanda: “Da che parte stai?”.