Se tutte le promesse fatte a Glasgow vengono rispettate, per la prima volta, riuscire a tenere la temperatura globale sotto i 2°C diventa più probabile che fallire. Mentre l’obiettivo degli 1,5°C è decisamente fuori portata, per il momento
Un nuovo studio sugli scenari di contenimento del global warming
(Rinnovabili.it) – Dopo la COP26 di Glasgow, per la prima volta, le chances di contenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi hanno superato il 50%. Una nuova analisi delle promesse presentate da tutti i paesi al vertice sul clima dello scorso novembre sostiene che il picco della crisi climatica toccherà gli 1,9°C. Ma a che condizioni?
Nonostante l’ottimismo, in parte anche giustificato, lo studio pubblicato ieri su Nature contiene molti “se” e molti “ma”. I più grandi: rispetteremo la soglia meno ambiziosa del Paris Agreement, ma solo a patto che tutti i paesi onorino davvero tutti gli impegni climatici che hanno annunciato. Nella sostanza e nelle tempistiche promesse. Improbabile, quantomeno. Dovrebbero concretizzarsi perfettamente gli obiettivi al 2030 presentati da 154 paesi, oltre ai target più a lungo termine annunciati da 76 di loro.
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In compenso, queste promesse ci faranno quasi sicuramente mancare l’obiettivo dichiarato della diplomazia climatica dopo Glasgow: tenere il global warming sotto gli 1,5 gradi. Se tutto va bene, nel 2030, calcolano gli autori dello studio, le emissioni di gas serra globali saranno 50,9-54,9 mld di t di CO2 equivalente (GtCO2e). Praticamente tante quante nel 2019 e dal 7 al 15% più alte dei livelli del 2010. Contando solo le emissioni di CO2, a fine decennio cresceranno del 6-13% rispetto ai valori del 2010. Per restare in linea con gli 1,5°C, dovrebbero invece scendere del 45%.
Risultato finale: queste promesse da sole ci portano verso un mondo 2,6 gradi più caldo. Senza aumentare l’ambizione, rispettare la soglia di 2°C dipende dai piani per la neutralità climatica. Che nella maggior parte dei casi sono molto fumosi. E la probabilità di rispettare l’impegno verso gli 1,5°C è solo del 10%.
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“Limitare il riscaldamento non solo a “appena sotto” ma a “ben sotto” i 2 gradi o 1,5 gradi richiede urgentemente politiche e azioni che portino a forti riduzioni delle emissioni in questo decennio, allineate alle emissioni globali nette di CO2 di metà secolo”, conclude lo studio.