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L’Italia punta i piedi sul ripristino della natura in Europa

Il Consiglio Ambiente approva la posizione negoziale comune nonostante la contrarietà di alcuni paesi tra cui l’Italia. Il testo è molto indebolito rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Il prossimo passaggio è il confronto con l’Europarlamento

Ripristino della natura: l’Italia dice no
Foto di Nikolett Emmert da Pixabay

La proposta di regolamento sul ripristino della natura è un passaggio chiave del Green Deal

(Rinnovabili.it) – Obiettivi indeboliti, ambizione annacquata, nuove scappatoie. I Ventisette hanno messo il timbro sulla nuova legge sul ripristino della natura, il provvedimento chiave con cui l’UE punta a recuperare habitat, ecosistemi e biodiversità entro il 2050. Ma pur con tutte le modifiche al testo originale della Commissione, l’Italia ha deciso di votare contro.

Il testo licenziato dal Consiglio e con cui partirà l’ultimo passaggio legislativo, ovvero il negoziato con l’Europarlamento, dà una tale iniezione di flessibilità ai paesi UE che indebolisce molto i target complessivi. Gli obblighi di non deteriorare ulteriormente gli habitat e i meccanismi per assicurarsi che gli obiettivi di ripristino siano raggiunti con il miglior rapporto costi-benefici sono stati allentati. Rinnovabili e ripristino della natura sono visti in contrapposizione – nonostante la posizione favorevole sulla legge dell’industria europea di eolico e pv – per risolvere la quale il Consiglio ha scelto di aggiungere deroghe per l’energia pulita. I target di ripristino per torbiere, foreste e aree marine sono stati abbassati o posticipati.

“La posizione del Consiglio indebolisce la proposta iniziale a tal punto da disintegrare alcuni degli obblighi principali e da sottomettere il restauro ad altri usi del suolo e del mareafferma Ioannis Agapakis di ClientEarth – L‘unica salvezza è che dimostra l’impegno degli Stati membri a garantire un quadro giuridico completo per il ripristino, invece di un approccio volontario e frammentario, che finora non ha avuto successo”.

Il no dell’Italia al ripristino della natura UE

I negoziati sono stati lunghi e tortuosi anche tra i Ventisette, dopo il voto in commissione Ambiente all’Europarlamento complicato dalla posizione contraria del partito popolare europeo la settimana scorsa. La posizione negoziale è passata a maggioranza ma alcuni paesi – tra cui l’Italia – si sono opposti. Per Roma il testo non è bilanciato e non assicura le necessarie coperture finanziarie. E sarebbe quindi difficile da applicare.

La proposta di regolamento per il ripristino della natura “non assicura un adeguato bilanciamento tra obiettivi, fattibilità e rischi: non possiamo permetterci che non sia applicabile, efficace e sostenibile da tutte le categorie interessate, tra cui agricoltura e pesca”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto in una nota. Tra i punti più criticati dall’Italia “le deroghe sulle energie rinnovabili”, “gli obiettivi di ripopolamento dell’avifauna”, “il tema delle risorse finanziarie, che devono essere chiarite e rese disponibili prima dell’entrata in vigore”.