L’Italia migliora il suo punteggio nella classifica della ripresa verde
(Rinnovabili.it) – A un anno e mezzo dall’inizio della pandemia di coronavirus, la ripresa verde tanto annunciata resta ancora un miraggio. Governi di tutto il mondo hanno annunciato i loro piani, ma la quota che è destinata a iniziative per ridurre le emissioni di gas serra e ripristinare la natura resta assolutamente minoritaria.
I conti li fa Vivid Economics, che continua il suo monitoraggio di come i paesi di tutto il mondo stanno impostando la ripresa verde. Complessivamente, il denaro stanziato ammonta a più di 17.000 miliardi di dollari. Di questi, però, soltanto il 10,6% finisce in misure il contrasto del cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente.
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La maggior parte del denaro stanziato per la pandemia riguarda misure di emergenza per tenere a galla le economie. E il resto? Non solo non va verso misure a favore del clima: spesso è indirizzato su interventi che hanno degli effetti negativi. E non sono certo pochi, i miliardi di dollari destinati a ribaltare il concetto stesso di ripresa verde. Secondo Vivid Economics, ammontano a quasi 5.000 mld.
Il rapporto fornisce anche una valutazione paese per paese. Sono 17 gli Stati che hanno migliorato la qualità della loro ripresa, tra cui l’Italia. In cima alla classifica si conferma la Danimarca, mentre migliorano Stati Uniti, Norvegia e Sud Africa. Tra i peggiori, invece, troviamo Russia, Turchia e Singapore. Male nel complesso lo spazio europeo. I piani di 10 paesi UE presentati in questi ultimi mesi in media riservano solo l’8% del totale mobilitato per una ripresa verde.
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Dai PNRR sono quasi assenti le misure per la tutela della biodiversità e della natura. In totale, di 500 miliardi di euro di stimolo nei 10 paesi europei analizzati, il 98% della spesa relativa al clima ridurrebbe le emissioni, ma solo il 46% (40 miliardi di euro) della spesa dichiarata come relativa alla natura “rafforzerà effettivamente la natura”. Secondo Vivid Economics questo dimostra “l’importanza di valutare separatamente l’impatto della spesa sul clima e sulla natura”.
“La natura è stata particolarmente trascurata, con meno di dieci dei paesi che abbiamo studiato che investono in soluzioni basate sulla natura come il rimboschimento o il ripristino delle zone umide”, sostiene Jeffrey Beyer, autore del rapporto. “Ignorando la natura si perde la triplice opportunità di lavoro, economia, clima e biodiversità”.