Il rapporto di Vivid Economcs sui piani di ripresa verde in tutto il mondo
(Rinnovabili.it) – Sarà una ripresa verde sbiadito? Senza uno scatto di reni sì. Perché i piani economici e i pacchetti di aiuti post-Covid guardano davvero poco a clima e energia pulita: solo il 12% dei fondi stanziati finora ha una destinazione di questo tipo. Ogni 100 miliardi, 88 vanno invece a finanziare progetti che hanno poco o nulla a che vedere con l’ambiente.
C’è un’angolatura diversa da cui la situazione attuale è anche peggiore di così. Non impariamo dagli errori del passato. Neppure da quello recente. Basta pensare che persino i vari ‘bazooka’ approntati dopo la crisi finanziaria del 2008, in proporzione, destinavano più risorse a clima e energia pulita di quelli di oggi. Anche se non di molto: il 16% del totale.
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A raccontare quanto siamo lontani da una vera ripresa verde è un rapporto pubblicato oggi da Vivid Economics. Dopo la recessione del 2008, i pacchetti di stimoli ammontavano a più di 3.300 mld di dollari. Di questi circa 500 mld erano investimenti verdi o finanziavano progetti low carbon. Il rapporto confronta questo scenario con quello di oggi in 30 paesi chiave.
Le risorse stanziate per superare la pandemia sono quasi 15mila mld di dollari. Di questi circa 1/3 (4.600 mld) è destinato a settori rilevanti dal punto di vista ambientale, tra cui industria, energia, rifiuti, agricoltura e trasporti. Ma solo 1.800 mld di dollari finiranno davvero in progetti che tagliano le emissioni, riducono l’inquinamento o aumentano l’efficienza energetica. Non è tutto: sono previsti anche investimenti nocivi per il clima, pari a quasi 3mila mld di dollari.
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Vivid Economics monitora gli investimenti per la ripresa verde con continuità da diversi mesi. Rispetto ai rapporti precedenti ci sono dei passi avanti. Gli Stati Uniti guadagnano posizioni grazie ai piani di Biden, anche se va sottolineato che nel complesso il bilancio è ancora negativo. Vanno invece nella giusta direzione i piani di Canada, Giappone e Gran Bretagna.
Uno sguardo alla “classifica” del bilancio complessivo dell’impatto sul clima degli investimenti vede in testa la Danimarca, seguita al secondo posto dall’Unione Europea presa nel complesso. Il podio è chiuso dal Canada. E l’Italia? La migliore delle peggiori, si potrebbe dire. Il Belpaese ha un bilancio nel complesso appena negativo e si classifica 11°, appena dietro la Svizzera che è l’ultima nazione tra quelle in positivo. In attesa delle modifiche al Pnrr che farà il prossimo governo.